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I Veneziani sempre pronti a cogliere la occasione a volo, sentendo come tra i Reali di Napoli e Ludovico il Moro fosse entrato screzio per causa della dipendenza da che questi teneva Giovanni Galeazzo Sforza genero al duca di Calabria, mediante Roberto da Sanseverino negoziando con esso lui la pace, e invano contrastando il legato e Girolamo Riario, i quali mescendo le cose sacre con le profane, affermavano i Veneziani indegni di posa perchè nemici di Dio come quelli che avevano confiscato i benefizi ecclesiastici, e tenuto in non cale le scomuniche del Papa, la conclusero a Bagnolo.

La polizia non scoperse mai nulla. N.B. Nel dialogo fra Topo e Caicchia si è adoprata l per r e si son soppresse alcune lettere dell'alfabeto per dare un'idea della pronunzia dei Veneziani di Livorno ed in genere del basso popolo. Salvezza.

Nessuno dei Milanesi in quella notte, per quanto si sforzasse, potè ricordarsi coll'allegria dei Veneziani, e in mezzo ai canti, alle danze, alle facezie dei zanni, non seppero mai più far venire sulle labbra un sorriso che fosse sincero.

Venendo ora a dire delle monete che i Veneziani coniarono nelle varie epoche perché avessero corso nel loro Levante, questa seconda categoria avrebbe ad abbracciare quelle che si destinarono ad aver corso in tutt'i possedimenti, ad esclusione della Dalmazia e della Terraferma d'Italia.

Ma, piú che in tutte l'altre istorie, si fa manifesta la stima, che fa il mondo delle monete di squisita finezza, nel zecchino veneziano. Fu questo cominciato a battere nel 1284, e valutato soldi 60 veneziani, ch'erano però soldi e mezzi soldi d'argento fino, non di rame, come ora.

Fallita a re Urosio la turpe impresa e scoperta da' Veneziani la frode, i re di Rascia mutarono il tipo de' grossi loro, staccandolo da quello de' veneziani.

Però la politica dei Veneziani non si ristette dal mirare ancora e perseverantemente alla Persia, come a naturale alleata nel momento opportuno di tentare di nuovo la sorte delle armi.

Ma le imprese dell'Emo rappresentarono il canto del cigno della morente grandezza militare e navale dei Veneziani. Morto questi, ilmarzo 1792, l'artiglieria veneta ripiombò nella sua rovina.

L'immenso spaccio ch'ebbe nel volger di pochi anni questa nuova moneta mosse i re di Rascia ad imitarne il tipo; ond'ebbero origine i grossi, simili a' nostri, di Stefano e del primo Urosio. Di quest'ultimo i primi serbavano il peso e il titolo de' veneziani, quelli coniati più tardi ne serbavano il peso ma n'era molto scemato il titolo.

Noi vediamo quanta sia la picciolezza de' quarti di paolo nello Stato ecclesiastico e nella Toscana, sebbene poca quantitá tuttora se ne veda; eppure pesano piú di due aspri l'uno e sono stimati per la picciolezza incomodi anch'essi, non meno che i piccioli soldi d'argento veneziani.