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Quell'almea io l'amo e non mi sento l'animo di farla soffrire. E allora? Aspetterò ancora tre giorni E dopo? La farò cedere colla forza. Questo chiamasi un bel parlare. Comincieremo col farle assaggiare un po' di ferro rovente o le straccieremo le carni a colpi di frusta. Il greco alzò le spalle e volgendosi al vecchio Ibrahim. Dove hai la tua barca? gli chiese.

Ebbene, la tua mamma ti aspetta; ha da parlarti di cose molto serie, molto importanti. Va, corri da lei, e ricordati che una buona figliuola non deve avere altra volont

, mia sorella Maria.... Te la presenterò.... Ah, tua sorella... Mi ricordo che me ne parlavi qualche volta.

«Gisfredo, tu qui! tu vestito da pellegrino! chi ti avrebbe riconosciuto?» «Dove manca natura, arte procura, messer Conte.» «Che nuove? è anche morto quello stolto? la tua astuzia congiunta alla sua imbecillit

AP. Biasimi tu forse, Dicaste, con questa tua figura retorica, L'eleganza del parlare nel verso, o nella prosa? DIC. Niente.

Suvvia, Roberta, disse, perchè continui a piangere?... Perchè hai paura di tutto, come una bambina? Bisogna essere meno deboli, più ragionevoli.... Non ti è mai venuto il dubbio d'essere ingiusta, con me? E tuttavia lo sei, lo sei troppo.... Io non ho fatto nulla di bene perchè conto poco sul tuo animo.... Ti ho dato solo dei consigli: ti ho pregato di condurre una vita più attiva, di non rimaner l'intero giorno nella tua camera, di non leggere fino a indebolirti; ti ho pregato di tante cose semplici, che pure ti avrebbero giovato.... Ma tu sorridi, quando parlo io; la mia buona volont

ma di nostro paese e de la vita ci ’nchiese; e ’l dolce duca incominciava «Mantüa . . . », e l’ombra, tutta in romita, surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l’un l’altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

La memoria tua debba essere piena de' benefizi miei, e' quali tu hai ricevuti da me; ed ella è piena di disonestá e di molti altri mali. L'occhio de l'intellecto el debbi ponere col lume della fede ne l'obiecto di Cristo crocifixo unigenito mio Figliuolo, di cui tu se' facto ministro; e tu gli hai posto dinanzi delizie, stati e ricchezza del mondo con misera vanitá.

Veggendoci calar, ciascun ristette, e de la schiera tre si dipartiro con archi e asticciuole prima elette; e l'un grido` da lungi: <<A qual martiro venite voi che scendete la costa? Ditel costinci; se non, l'arco tiro>>. Lo mio maestro disse: <<La risposta farem noi a Chiron costa` di presso: mal fu la voglia tua sempre si` tosta>>.

E io li aggiunsi: <<E morte di tua schiatta>>; per ch'elli, accumulando duol con duolo, sen gio come persona trista e matta. Ma io rimasi a riguardar lo stuolo, e vidi cosa, ch'io avrei paura, sanza piu` prova, di contarla solo; se non che coscienza m'assicura, la buona compagnia che l'uom francheggia sotto l'asbergo del sentirsi pura.