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Tutti si sorpresero che uno straniero desiderasse vedere Eichstätt, un paese, secondo il Topler, tanto deserto e triste che persino l'Altmühl, il fiume, ci veniva a malincuore e il più lentamente possibile. Forse lo disse per pungere le signore, che infatti protestarono vivacemente. M'accadde di nominare que' miei conoscenti di Monaco dai quali avevo appresa l'esistenza di Eichstätt.

Tacqui delle lettere direttemi da Violet e delle sue ultime confidenze. Dissi solo che Violet mi amava e che mi respingeva per voler mantenere la parola data liberamente al professor Topler. Soggiunsi che avevo fede, per tanti segni misteriosi, in una volont

Egli le lanciava ogni tanto delle occhiate inquiete, e, poi che vide la biondina parlarle, borbottò a quest'ultima una domanda cui ella rispose sottovoce no, dice che non ha niente. Egli non parve tuttavia contento. Correvamo oramai lungo l'Altmühl fra i poggi boscosi e i prati che ridevano al sole nel mattino vaporoso. Topler mi disse: Tutta questa poesia è ben tedesca.

Quando toccai de' miei due sogni per dirgli l'effetto primo della voce di lei, Topler approvò ripetutamente del capo, come un medico che oda dall'infermo la descrizione di nuovi sintomi rispondenti alla sua diagnosi del male.

Lo sa? esclamai. Non tanto la cosa in , quanto il modo in cui sentivo che Topler l'aveva detta, mi fecero balzare il cuore di speranza. Sicuro rispose la signora. Il professore ha saputo tutto da una lettera che ricevette ieri mattina. Pare sia sottoscritta, ma da persona che prega di non essere nominata. Infatti il professore non l'ha voluta nominare.

Sono venuto in Germania per lei. Topler mi guardava petrificato. L'altra sera continuai a Norimberga, ho udito il loro dialogo davanti al caffè Sonne e ho saputo a che ora dovevo trovarmi alla stazione per viaggiar con Loro. Lei non sapeva esclamò Topler che miss Yves è fidanzata? signore, lo sapevo. Lo sapevo da lei stessa, Ah! Miss Yves La conosce? signore. Oh!

Non potevo a meno di dirle ad alta voce: non parto, ti amo, sarai mia, non è una colpa. Uscii subito e andai diritto a casa Topler per dir tutto al mio vecchio amico. Come lo avrei detto, come avrei giustificato un atto simile, cosa avrei chiesto e che ne sarebbe uscito, io non sapevo affatto. Non ne avevo la menoma idea.

Qui Topler, spingendo i gomiti in fuori e arrotondandosi il cavo delle mani sul petto, fece una mimica che non mi sarei aspettata da lui. Buona fortuna! diss'egli. Amica mia, cui dedico queste memorie, non pensa Lei che Hans Topler fosse migliore di me? Allora ne ho dubitato, e adesso ne sono sicuro. Egli era uno degli ultimi che saranno primi un giorno.

La interruppi, ma ella mi disse che nella commozione di Topler questa lettera ci entrava molto. Alcune ore più tardi continuò la dama egli ritornò con suo fratello. Si udì un colpo di campanello. Mio marito! diss'ella. Ritorno subito.

Intanto era venuta l'ora della seconda distribuzione postale e mi congedai dal mio compagno, che volle ci scambiassimo le nostre carte di visita. Trasalii leggendo sulla sua: Dr. STEPHAN TOPLER. Non ero sicuro se fosse un prete o no; ma che fosse il fidanzato non era possibile! La lettera di miss Yves mi aspettava all'albergo. È la sola che non ho conservata.