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Appresi altresì che il Topler toccava la quarantina, ch'era piccolo e grosso e portava i baffi. Gli stessi occhiali del flemmatico parrucchiere mi parevano stupefatti; certo non gli era mai toccato discendere dalla metafisica per un avventore altrettanto curioso. Eichstätt?

Chiamarono il dottor Topler, e poichè con lui riuscirono solo a litigare in tre, chiamarono poi anche suo fratello e il signor Treuberg, appena sopraggiunti. Così rimasi solo, per un momento, con miss Yves. Ella pallidissima, si diede subito a chiamare la signora Treuberg con la sua voce soave che moriva a due passi. Violet diss'io.

La ringraziai di quanto aveva fatto per me, di quello che sapevo e di quello che non sapevo; ma ella rifiutò i miei ringraziamenti dicendo che cercava solo il bene della sua amica, e che non poteva soffrire il signor Topler con tutta la sua gran bont

La disgrazia? Oh Dio, . Lei non sa quanto gli zii tenessero al matrimonio Topler; e io temo pur troppo che invece... La signora s'interruppe. Non sarebbero contenti di me? diss'io.

Giudico Lei e le Sue azioni come mi pare e piace! E le proibisco di restare ad Eichstätt! Le proibisco di molestare la fidanzata di mio fratello! Scusi replicai tranquillamente. Miss Violet Yves mi ama. Stavolta Topler mi appuntò al viso l'indice della mano destra, mi guardò a bocca aperta e non disse verbo. Parve che la sua collera si sciogliesse in stupore.

Ma allora Lei... scattò su Topler, e s'interruppe. Dopo un lungo mugolio sordo, come chi esita davanti a una parola, riprese a voce bassa guardando qua e l

«Ho dato liberamente una parola non inconsiderata. Conosco da un pezzo il prof. Topler, l'ho sempre stimato profondamente onesto e buono. Non potendo ricambiare il suo sentimento, lo pregai che si allontanasse da me. Egli obbedì, umile; continuò ad amarmi o ad aspettare nell'ombra. I miei parenti mi disapprovarono e me lo dissero. Dopo qualche tempo T. mi fece chiedere il permesso di vedermi ancora. Esitai lungamente, considerai la mia situazione di fronte a' miei parenti per la cui piet

E cosa dovrò dunque dir io? proruppe Topler. Che non ho voluto tacere ed approfittare dell'amicizia Sua per giungere copertamente a' miei fini. Questo lo ha gi

Quindi si parlò di musica, di Eichstätt, di Eugenio Beauharnais, di Re Luigi, di tutto, tranne di quanto avevamo in cuore. A un tratto Topler mi domandò se contavo restare qualche tempo a Eichstätt. Parto domani sera risposi. Non replicò verbo, e ricordo che poi si parlò della signorina Luise.

A casa Topler non trovai nessuno. Seppi dalla domestica che il professore e suo fratello erano partiti colla famiglia Treuberg. La donna supponeva che fossero andati a Obereichstätt a vedere una fonderia e che avrebbero pranzato fuori, forse a Marienstein. Lasciai un biglietto per avvertire l'amico mio che avevo grande necessit