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Conosco la mano del suo segretario Fernando Alvarez di Toledo; un Castigliano che non abbiamo ancor veduto alla nostra corte! Meglio così, dopo tutto; che io non lo vedrei di buon occhio. Mi lasci questo foglio? È commesso alla mia fede, signora. Questo posso giurare, che non andr

Percorremmo via Toledo, Largo di Palazzo Reale, e voltammo a Santa Lucia. Una fitta moltitudine, intesa ad ascoltare un frate che predicava da una bigoncia a ridosso della fontana di marmo bianco edificata al tempo degli Spagnuoli, ingombrava l'ampia via verso la met

Francesco di Cisneros Ximenes, arcivescovo di Toledo, succeduto in quell'alta dignit

Tutti sanno che la basilica e il convento dell'Escurial furon fondati da Filippo II dopo la battaglia di San Quintino, in adempimento d'un voto fatto a san Lorenzo, durante l'assedio, quando gli assedianti eran stati costretti a cannoneggiare una chiesa consacrata a quel santo. Don Juan Batista di Toledo iniziò l'opera, l'Herrera la compì; i lavori durarono vent'un anno.

In buon punto mi ricordai che a Madrid m'era stata data una lettera di raccomandazione per un signore di Toledo; corsi all'albergo, la presi e mi feci condurre subito in casa sua. Il signore c'era e mi ricevette cortesemente. All'udire pronunziar il mio nome provai una gioia che gli avrei gettato le braccia al collo. Era il signor Antonio Gamero, autore d'una stimatissima Storia di Toledo.

Ma che cosa non fa fare la maledetta cupidigia del regno? Basta, conchiuse lo sdegnoso Adelantado, io non ci ho niente da vedere, da spartire: il cardinal di Toledo riconosce il male, e s'ingegna di ricavarne il bene.

Se dalle strade principali uno si addentra nei vecchi quartieri, lo spettacolo cangia affatto. Le strade più strette di Toledo, i vicoli più oscuri di Genova, le case più squilibrate di Rotterdam, non son nulla in confronto della strettezza, dell'oscurit

Marcantonio può ritenersi come l'ultimo dei Colonna potenti: egli morì a Paliano nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono; i baroni cessarono di guerreggiare col papato ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi a poco a poco, per le vendite a cui furono costretti dai debiti. La gloria di Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva Don Vincenzo Colonna, che Marcantonio contribuì a questa guerra con un milione, e che d'allora in poi la famiglia non si era mai più rialzata. Fin dal 1622 vendettero gli antichi possedimenti di Colonna e di Zagarolo, e nel 1630 dovettero vendere Palestrina, ora in possesso dei Barberini. La famiglia venne man mano declinando e per sempre: il ramo di Paliano esiste ancora; il suo capo attualmente è Giovanni Andrea, marito d'Isabella Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da Roma a Napoli, residenza abituale dei Colonna. La maggior parte dei loro feudi è pure nel regno di Napoli, avendo Filippo III Colonna (morto nel 1818) posseduto col

Accolse egli a festa don Bartolomeo Colombo e il capitano Fiesco: udì la ragione della loro venuta, ascoltò attentamente il racconto che gli facevano, battè un pochino le labbra, e poi disse al Fiesco: L'arcivescovo di Toledo è un uomo virtuoso; fidate in lui, signor conte. Le parole di Vostra Eccellenza mi rassicurano; rispose il Fiesco.

Tornai all'albergo poco prima della mezzanotte e siccome splendeva la luna, e le notti di luna, benchè in quelle straduccie non penetri la luce dell'astro d'argento, Toledo non è illuminata, così dovetti camminare poco meno che a tastone come il ladro nella casa del delitto.