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, padre, rispose Tognetti: io credo in Nostro Signore, e i miei conti desidero farli direttamente con lui. Intanto altri confortatori conducevano Monti nella stessa cappella. E anche a lui: Rassegnatevi, dicevano, rassegnatevi, fratello, all'ultima fine. Esso rispondeva: Per me ci sono rassegnato.

Dietro a lui si schierarono in due file gli altri tutti coi cappucci calati sul volto e i ceri accesi in mano, continuando il loro canto funerario. Due di essi si staccarono dal nero drappello, e, uniti al secondino Petronio, andarono a prendere Gaetano Tognetti nella sua segreta. Lo trovarono che dormiva: lo risvegliarono, e gli annunziarono che si avvicinava l'ora della sua morte.

Ora, Maria, ritiratevi in questa stanza. Signora, a voi mi raccomando! Io vi devo la vita di mio figlio. Me fortunata, se potrò donarvi la vita del vostro! La principessa condusse Maria Tognetti in un gabinetto attiguo, e ne chiuse la porta. Monsignor Pagni comparve nel salotto.

A Monti e Tognetti era conteso perfino il sollievo che poteva porger loro la natura, con un estremo riposo: dovevano passare le otto ore, che li separavano dal momento del supplizio, fra le nenie dei confortatori e le esortazioni dei preti.

«Sussiste adunque l'insurrezione, sussiste la rovina della caserma Serristori procurata mediante lo scoppio di una mina, e di questo delitto sono convinti per le risultanze del processo Giuseppe Monti e Gaetano TognettiTerminato così il suo discorso, monsignor relatore, salutò nuovamente l'uditorio, e sedè nel suo seggio.

E a Petronio, ch'era di ritorno, al solito, col mazzo delle chiavi e la sua berretta nelle mani: Animo, disse, andate a prendere il detenuto Curzio Ventura. Una carrozza si fermò in quel momento innanzi alla porta delle Carceri Nove. Era la principessa Rizzi, che giungeva con Maria Tognetti.

In quei giorni le tante prigioni di Roma, e molti conventi, cambiati in luoghi di reclusione, bastavano appena ai detenuti politici. Monti, Tognetti e il loro amico e compagno Curzio Ventura, erano stati, come vedemmo, rinchiusi nelle Carceri Nove: l

Oh grazie! grazie! A mezzanotte. Maria Tognetti baciò un'ultima volta le mani della principessa, e partì col cuore pieno di speranze e di preghiere. Monsignor Pagni, che aveva tutto inteso da una stanza vicina: A mezzanotte! disse fra . Vi sarò io pure! Le Carceri Nove. Come una minaccia e un incubo si eleva nel bel mezzo di Roma il tetro monumento delle Carceri Nove.

Avevano bussato alla porta di strada. Teresa andò ad aprire. Un lieto sorriso apparve sulle labbra della bella romana: il suo sguardo si era incontrato nella simpatica figura del giovane Tognetti. Oh, ben venuto! Avanti! esclamarono tutti. Tognetti si arrestò un poco confuso, e disse: Mi dispiace di trovarvi a tavola. Avanti, avanti! replicò Lucia. Tra noi non si fanno complimenti.

Salendo la scala, Tognetti scivolò: i gradini erano bagnati dal sangue che scorreva giù dalla sommit