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I capelli aridi in onde s'accoglieano su le tempie, su la nuca, di profonde volutt

Te ne supplico, continuò Roberto, inginocchiandosi dinanzi a lui. Tu vedi ch'io soffro; non mi lasciare così! Roberto era pallidissimo; grosse goccie di sudore gli cadeano dalle tempie; le sue labbra, divenute sbiancate, tremavano in una contrazione, suscitata da vivo spasimo. L'altro, ubriaco, s'inteneriva; e, vanarello com'era, s'inorgogliva di vedersi supplicato.

Donna Vincenzina, rimasta sola, raccolse tutte le sue forze, si arrestò un istante davanti allo specchio passò le mani sulle tempie, corse col piumino della cipria leggermente sulla fronte e sulle gote, si considerò, forse si confrontò con un'altra donna d'altro tempo e nel venir via disse, lanciando un'occhiata al quadro ch'era a capo del letto: Cara Madonna, aiutatemi voi!

Era sommessa la sua voce, debolissima, e pure lacerante come un grido acuto e iterato. Io mi stringevo le tempie e sentivo il battito così forte che n'avevo quasi ribrezzo come se le arterie fossero scoppiate fuori della cute e aderissero nude alle mie palme con la loro tunica molle e calda.

Egli obbedì, subito. Tutta la gaia luce meridiana entrò nell'austera stanza e la riempì di pulviscolo d'oro. Qual viso era quello di Paolo! Pallido di un pallore terreo e con gli occhi rossi e le tempie rosse, come se invece di lacrime, fosse salita col

Oh! cresca l'albero divino, e possano i suoi rami circondare le tempie dell'uomo, che vinca così gli amici come i nemici in virtù; cresca, ma le sue fronde non s'intreccino più mai intorno alla spada del conquistatore per cuoprirne la punta mortale alla libert

L'orologio d'un campanile poco lontano suonò le dieci. Ancora mezz'ora! pensò Drollino. Scese, si terse il sudore che gli rigava le tempie, estrasse di tasca la pistola, la osservò attentamente, e la depose sul terreno accanto a , a portata della sua mano destra.

Anch'io riprese generosamente la dama armena, a cui apparteneva la collana... Basta guardare quella ragazza, per escludere ogni accusa come un'infamia... L'abate era livido nel volto, le tempie gli battevano, la sua ampia fronte era madida di sudore. È sicuro dunque che nessuno è entrato nella camera dopo la ragazza? domandò l'abate in tuono solenne, volgendo attorno uno sguardo.

Tra il volto curvo e il grembo piegato, la sua voce ha una risonanza singolare, quasi argentina, simile a una nota d’infanzia; poi subito si rincupisce. Non mi potevo muovere quando mi sono svegliata. Ero tutta annodata. Perché? E chi piangeva? Vacilla e si tocca le tempie con le dita smarritamente. Ma se non fosse che la febbre? No, non ho più febbre. Non ne devo avere.

E il suo a noi s'è mostrato tanto più tragico, quanto più egli, quasi a sfida mi spiego? indotto dalla diffidenza, ce l'ha voluto scoprire appunto come un giuoco; anche il suo, sissignori, venendoci avanti con un po' di tintura sulle tempie e sulle guance, e dicendoci che se l'era data apposta, per ridere! No. Non è questo, dottore! Non è questo! non è questo! Dottore. Ma come non è questo?