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In questa non breve malattia, Stella, buona e amorosa consolatrice, non si distaccò mai dal suo capezzale; e Damiano, ch'era sempre taciturno e tetro, lasciava sfuggir qualche volta un leggiero sorriso d'amore appena la sorella venisse a sedergli a lato, e cercasse coll'ingenua dolcezza delle sue parole spargere qualche balsamo sull'anima sua malinconica e ferita.

Il Fregoso poteva non aver altro in mente che di espugnare Castelfranco, chiave del marchesato dalla parte del mare, e forse traccheggiava, vuoi per compiere le sue opere di difesa, vuoi per aspettar gente, o artiglierie che gli mancassero ancora. In questo caso, un assalto dei nemici doveva tornargli molesto; ragion questa per testarlo di colta.

In questo studio il Marchese magnifica Fra' Angelico con troppa esagerazione, paragonandolo ad un profeta, a cui fosse stata affidata la missione di rinnovare la morente pittura religiosa. Colle sue pitture egli doveva conseguire la stessa riforma morale del genere umano che avevano raggiunta Antonino e Savonarola per mezzo dei loro scritti e delle loro pubbliche azioni.

Invitava quindi il Club Alpino a continuare sulle sue pubblicazioni la maggior propaganda possibile onde invogliare i privati, uniti in associazione, ed i comuni, a far qualcosa essi pure, usufruendo dei laghi alpini a proposito dei quali disse sarebbe il caso di studiare se mediante speciali sbarramenti non si potrebbero utilizzare le loro acque, formando canali economici, per l'irrigazione dei fianchi dei monti ed anche degli altipiani, rendendo fertili col tempo molte regioni, ora sterili solo per mancanza d'acqua, adottando il sistema di coltivazione a terrazze, dal quale si ottennero successi molto soddisfacenti in certe parti dell'India.

In tutte le sue produzioni di soggetto moderno non c'è un carattere, una figura che possa star a paro col Cimoto dell'Alcibiade; non c'è una scena che si elevi dalla mediocrit

Ella, che in tanta vicenda di amarezze aveva vedute disfiorarsi ad una ad una tutte le sue speranze, tutte le sue illusioni; ella che, giovane ancora, aveva gi

Menghini urla, urla: Il ponte è in piedi! Il ponte è in piedi! Il ponte è in piedi! Sembra quasi impazzito. Le sue mani scuotono rabbiosamente il volante come per sradicarlo. L'afferro per il braccio, rudemente: Menghini! Menghini! Calmati! Non perdere la testa. Il momento è grave. Il ponte è minato. Bisogna traversarlo nel minor tempo possibile. Ti senti sicuro del motore? , signor tenente.

Mi fu mostrata la stanzetta dove abitava il fanciullo predestinato. Più tardi, alla villa di Sant'Agata, vidi anche il primo strumento sul quale si erano esercitate le sue dita infantili. Quella emerita spinetta non ha più corde, ha smarrito il coperchio. La sua tastiera somiglia alla mascella d'un cranio dai denti lunghi e corrosi. Eppure, qual prezioso monumento!

Naturalmente da questo colloquio non si concluse nulla. Sior Bortolo, chiamato di nuovo a consulto dai nobili padroni, tenne un linguaggio insolito. Egli non voleva più impicciarsene, perchè s'era accorto che le sue intenzioni erano fraintese e il suo zelo mal ricompensato. A proporre, giorni addietro, un partito di cinquecentomila lire pel contino Leonardo, s'era tirato addosso una tempesta, e il marchese e la marchesa Geisenburg gli avevan dette di quelle ingiurie che feriscono al vivo un galantuomo. Facessero dunque il piacer loro. Gi

Il principe vedeva in quale imbarazzo lo ponevano le sue parole; pensava com'egli si sarebbe trovato inferiore a lui senza le rivelazioni di Cristina, e se avesse invece dovuto aspettar da esso, a grado a grado, tali rivelazioni.