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E per chi, Dio buono, per chi? gridò il signor Francesco, che oramai non poteva più stare alle mosse.

Il padre Anacleto scendeva giù pel sentiero, e il serafino stava fermo sull'ingresso della caverna a guardarlo. Agli occhi suoi il priore non aveva più una tunica da frate, in quel punto; era un cavaliere del milletrecento e indossava il lucco fiorentino. Anche il cappuccio poteva stare, poichè era una foggia medievale comune a tutti, e monaci e cavalieri. Padre Anacleto! mormorò il serafino.

Belcredi. Eh, ma gli altri, scusa... Lo so, non potevano stare ad aspettare ch'io guarissi, nemmeno quelli che, dietro a me, punsero a sangue il mio cavallo bardato... Come, come? Enrico IV. , a tradimento, per farlo springare e farmi cadere! Ma questo lo so adesso, io! Enrico IV. Sar

«Questi è colui che giacque sopra ’l petto del nostro pellicano, e questi fue di su la croce al grande officio eletto». La donna mia così; però piùe mosser la vista sua di stare attenta poscia che prima le parole sue. Qual è colui ch’adocchia e s’argomenta di vedere eclissar lo sole un poco, che, per veder, non vedente diventa;

I nervi del dottor Agenore ne stavano appunto commettendo una, e il cervello, coll'aria di volersene stare in disparte, se ne faceva l'istigatore ed il complice.

Oh senti, se non hai nulla di meglio da contarmi, lascia stare anche i complimenti. Eccoti invece un buon bastone di montagna che ti aiuter

"Come? come?" interruppe Lazzaro con voce tremante. "I miei nipoti hanno a stare con me. O che ti pensi, Biagio, che in casa mia per la tua ragazza non ci sia luogo? Avr

NEPITA. Se stesse qui, non anderei caminando. NARTICOFORO. Dove stai dunque? NEPITA. Dove mi fermo. NARTICOFORO. Dico se sei di qua. NEPITA. Giá, non son d'oltramare o d'oltra i monti. NARTICOFORO. Dico se stai in questa casa. NEPITA. Se stessi in questa casa, non starei in piazza. NARTICOFORO. Vo' saper se stai con Gerasto. NEPITA. Se sto teco adesso, come posso stare con Gerasto?

E veramente non hanno scusa, però che Io so' consceso alle passioni e debilezze loro per sifacto modo che, volendo stare nel mondo, possono e possedere le ricchezze e tenere stato di signoria e stare allo stato del matrimonio e notricare ed affadigarsi per li figliuoli.

Era alto, con una finestrolina sopra la porta che riceveva la luce scialba del corridoio chiuso e largo poco più della tana. Per vederci malamente, dovevo stare cogli occhi alla inferriata. Nessuno dei miei compagni fiatava. Si capiva che attraversavano anche loro il momento della prostrazione. Sentii Chiesi che domandava a Fritz come stava. Bene, grazie. Nacque subito il dialogo.