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74 Il re Marsilio che sta in gran paura ch'alla sua Spagna il fio pagar non tocche, e la tempesta orribilmente oscura sopra suoi campi all'ultimo non scocche; si fe' porre a Valenza, e con gran cura cominciò a riparar castella e rocche, e preparar la guerra che fu poi la sua ruina e degli amici suoi.

Se rimettessimo in cammino; Ma indovinece un po'? Riannamo a sbatte' Sotto a le Capannelle de Marino. Ma basta, er fatto sta, tanto cercassimo Immezzo a li canneti, pe' le fratte, Pe' li fossi, che arfine lo trovassimo. Stava infrociato l

NENNELE seduta alla tavola del mezzo sta leggendo. TOMMY, a cavalcioni di una seggiola presso la finestra, fuma una pipa corta di legno all'inglese. GIOVANNI entra dalla comune. Nennele. Pap

Ci rimettiamo in via. I pasti poco succolenti di parecchi giorni, il digiuno quasi completo e il bagno, fanno i loro effetti, e la debolezza ci permette a stento di reggerci sulle gambe; camminiamo come ubbriachi, e ci sta davanti una salita a fare colle ginocchia in bocca, con un caldo soffocante, obbligati per di più a spingere le mule che per forza brillano come noi. Ci guardiamo in faccia l'un l'altro, per un pane non so cosa daressimo, ma tanto non ce n'è, dunque allegri, che anche questa sar

Sta fresco a pigliarsela con lei! esclamò il prete riempendosi il piatto di funghi. Mi pare che voglia fare a' cozzi co' muriccioli.

Ma la poesia si feconda non solo dalla percezione fisica degli obietti, sibbene ancora da argomenti del pensiero, e dagl'impeti della passione. Irradiando gli occhi, il cuore e lo intelletto con iride perpetuamente screziata di moltiplici colori, fa che sempre varii e sempre inesausti si diffondano i suoni della lira immortale. Raffaello sta come Signore della Pittura, per ora alcuno seppe superarlo, e forse nol superer

E pri sta lingua sugnu tantu vanu, Chi mortu, e prima d’essiri urricatu Lu miserere lu vogghiu cantatu 'n sicilianu. Sarr

Però ti sta, ché tu se’ ben punito; e guarda ben la mal tolta moneta ch’esser ti fece contra Carlo ardito. E se non fosse ch’ancor lo mi vieta la reverenza de le somme chiavi che tu tenesti ne la vita lieta, io userei parole ancor più gravi; ché la vostra avarizia il mondo attrista, calcando i buoni e sollevando i pravi.

Poichè tutto muore, deh! possa sovvenire a noi miseri il conforto di poter volgere nella fossa alla cenere, che ci sta accanto, queste parole: «Tu sei formata di ossa felici, non innocenti; godesti assai fatti in l

Questo è quello ultimo stato dove l'anima sta beata e dolorosa: beata sta per l'unione che ha facta meco per sentimento, gustando l'amore divino; dolorosa sta per l'offesa che vede fare a me, bontá e grandezza mia, la quale ha veduta e gustata nel cognoscimento di e di me, per lo quale cognoscimento di e di me gionse a l'ultimo stato.