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La villetta gli apparve all'uscir dalla gola della Ferma, imporporata da' raggi del sole in sul tramonto. Come gli batteva il cuore! come parvegli interminabile quel breve tratto di via che doveva ancora percorrere per arrivarci!

rivolto a colei, ch'era suo sole, Cresce il martir de la giornata avversa; E l'altro al caro suon de le parole Rivi di pianto per lo sen rinversa; In tanto par, che di terror sen vole Anzi al fier braccio d'AMEDEO dispersa Ogni barbara insegna; ed ei calcando Va tronchi e morti, e non d

Quel giorno, a cavalcioni sopra la seggiola, i gomiti appoggiati al davanzale, allegro per il bel sole che cacciava gli spettri, gridava da dieci minuti con ispirazione poetica: «Oh viole rosse... «La saner

Nella camera si era fatto più caldo. Quei raggi di sole, filtrando dalle fessure della finestra, parevano striscie di fuoco, che accendessero l'aria; De Nittis si sentiva scottare le lenzuola addosso, ma non ebbe il coraggio di alzarsi non sapendo dopo come ingannare il tempo. Allora tentò di fissarsi in qualche idea noiosa per dormire.

Ed allora parlammo. Era stanca, le dolevan un po’ le reni... Oh, quelle gradinate incomode, il peso enorme della folla, il rumore, il sole, il sangue... Adesso la strada correva, libera, nella sera profumata. Monte Igueldo era davanti a noi, con le sue ville cariche di rosai, co’ suoi terrazzi pieni di sole.

L'ottava cosa dissi era da vedere quello che l'autor vuol intendere per lo sole che sopra il monte vide e per lo monte.

Pel fitto d'una scura nuvolaglia finalmente il sole era riescito a ficcarsi: ora quell'immane viluppo s'andava colorendo, i suoi lembi ondulanti si accendevano. Dalla terra inumidita si sprigionava un lievissimo odore che a poco a poco diventava più acre. Ma il silenzio non s'interrompeva.

Due giorni dopo, col pretesto che andava in chiesa a messa, nel suo scialletto nero, prese la strada postale, camminò nella polvere e sotto il sole per un bel tratto, finchè giunta allo svolto, dov'era una gran siepe di robinie, scoperse una carrozza.

Un cielo perfettamente sereno, un'aria leggera e trasparente permettevano all'occhio di distinguere con precisione i monti più lontani colle vette acuminate tinte in violetto dai raggi del sole, le colline boscose che scendono fino al lago e si specchiano nelle acque, colle loro ville sontuose e coi paesetti pittoreschi che torreggiano sulle rive.

Appena la gioia pazza è sedata, di nuovo in macchina verso un suono strano gemente, umano e non umano, profondo e aereo, inesplicabile, venuto di lontano di sotto terra o dal cielo, il suono mi fruga nel petto, cerca, cerca, trova e mi pugnala il cuore di una dolcezza straziante acutissima... Sole! sole! Sole! Sole!