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Colla prima ordinavasi al Barbaro di andare oratore solenne per la repubblica in Persia, insieme al legato persiano agì Mohammed ed agli ambasciatori del sommo pontefice e del re di Sicilia, allo scopo di confermare ed animare vieppiù Uzunhasan nell'impresa contro i Turchi, e di recargli le chieste armi e le genti.

Nelle regie scuole di Trapani la Commissione suprema della Istruzione ed Educazione in Sicilia dovette occuparsi seriamente della indisciplinatezza di alunni divenuti assolutamente incorreggibili. Un rapporto ufficiale li dipinge insolenti, insubordinati.

Conto dei giustizieri di Sicilia, ibid., fog. 75, ove si parla d'altri imprestiti somiglianti. Altri diplomi su imprestiti non restituiti da Carlo I, son citati dal Vivenzio, Storia di Napoli, tom. II, pag. 12. Memorie storiche ed economiche sopra la moneta bassa di Sicilia, di Antonino della Rovere, Palermo, 1814, cap. 3. Documento II.

Questo perdurare di un regime feudale, di fatto persistente sino al 1860, si spiegò colla mancanza del soffio della rivoluzione francese, che non arrivò in Sicilia aggiogata al dominio borbonico dalle armi inglesi, anche quando le armate della repubblica, dell'impero e di Murat erano pervenute sino allo stretto di Messina nel continente.

¹¹ F. Maggiore-Perni, La Popolazione di Sicilia e di Palermo dal X al XVIII secolo, cap. XIX. Palermo, 1892. ¹² Cap. 418 Regis Alphonsi; Cap. 59 Regis Johannis. ¹³ Cap. III Regis Friderici II; Cap. XXIX Regis Martini; Cap. XXXIX, CMVII, CMXXXVI Regis Alphonsi; Cap. VII, CXLV Caroli V. Imp. ¹⁴ Constitut. Ea quae ad speciale decus Friderici Imp.; Cap. X Regis Martini; Cap.

E con ciò forse voleva far intendere al papa la posizione inversa, del bisogno che la Chiesa avea di lui. Diploma dato di Napoli il 20 giugno, duodecima Ind. per consegnarsi ad Arrigo Macedonio 2,000 lanzones ferratos, per l'armata che dovea andare in Sicilia, reg. medesimo, fog. 157.

Si deve premettere, per essere imparziali, che oggi come oggi i municipi di Sicilia sono agli sgoccioli in quanto a spese facoltative, ridotte in molti luoghi a qualche migliaio di lire per la musica o per la Chiesa, e che le imposte servono per le spese obbligatorie. Molte delle spese della prima categoria, però, vennero fatte in altri tempi per mezzo di debiti, che ora pesano sui municipî, e fatte talora per mettersi, almeno nella parte esteriore e che rappresenta la vernice, a livello delle citt

Per la parte più radicale, ma di remota realizzazione, poi è bene notare che l'on. Marchese di San Giuliano, ex sottosegretario di Stato nel Ministero Giolitti e pour cause mi limito tra i liberali e i conservatori a citare il solo rappresentante di Catania nel suo libro: Le condizioni presenti della Sicilia (p. 135) considera come superstiziosa la venerazione di cui viene circondata la propriet

Epperò giova dimostrare, che quanti si occuparono delle condizioni della Sicilia constatarono in ogni tempo nei momenti di tranquillit

e gl'ultimi feriti, forse poveri contadini degli Abruzzi o della Sicilia, lo compresero e presentarono le armi ai loro morti, offrendosi inermi agli ultimi colpi dei sacrificatori.