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Tu che sussulti a un batter d’ali, ed hai il nodo del silenzio sulle labbra color di cenere!... Perchè taci, e tremando te ne stai rinchiusa in una torre di tristezza?... E pure sei così giovine ancora, così soave è ancor la tua bellezza!...

Afferrandola per un braccio, le disse sotto voce, con ira: Spieghiamoci! È l'ora di spiegarsi!... Ma senza gridare, parlando piano fra di noi! Nessuno deve sentirci: perchè nessuno deve sapere chi sei!... E anche tu cerca d'indovinare.... tutto ciò che io non voglio dire: che non voglio dire per vergogna di te e di me! Ti basti sapere che io, adesso, ti conosco, che adesso leggo in fondo all'anima tua, in fondo alla tua cattiveria, alla tua ipocrisia, alla tua avarizia, alla tua avidit

CAPITANO. Se sei Cintio, non vo' nulla da te: che occasion mi desti di adirarmi mai teco? AMASIO. Desiavi le compagnie di tedeschi, di sguizzeri, di genti d'arme per azzuffarti con loro; or temi di me solo. CAPITANO. Tu non sei compagnie di svizzeri di tedeschi. Vien qui con un essercito e ti porrò in vero quanto n'ho detto. AMASIO. Fatti innanzi, ti dico.

Si è trattenuto molto tempo in casa sua? Molto. Come! gridò Paolina con uno scoppio di voce. Sei arrabbiata? Molto, hai detto? Lo so io?... non ci ho badato. Ti preme? No, fece Paolina reprimendosi.

Pur, così come a me t’abbranchi, o vita, troppo bella sei tu perch’io t’offenda. Ti benedico, o vita, per l’amore che mi negasti, per le chiare strade che mi chiudesti, per le sette spade con cui mi tormentasti carne e cuore: perchè altro amor più bello, altro sentiero più largo io sognar posso: e col fantasma che la speranza al desiderio plasma vincer la nuda aridit

«Credo bene d'averne, con cinque o sei figli salv'errore; ma è così gran tempo ch'io vo errando pel mondo, che oramai non saprei più riconoscerli se mi capitassero innanzi.» «Ma....» «A voi non par giusto, non è vero? eppure la cosa è appunto come vi dico.» «Ed io se avessi a disertar moglie e figliuoli, non saprei più trovare il che ed il perchè di questo nostro vivere

"Che non mi sei nemico rispose Orazio lo prova il tuo contegno; tu avresti potuto uccidermi se lo fossi pria ch'io mi trovassi in istato di difesa, e so di più: che Gasparo sa servirsi assai bene della sua carabina".

GERASTO. Oh, come sei divenuta pallida! che ti duole? ESSANDRO. Oimè, il cuore! GERASTO. E come sará maritata, mariterò ancora te. ESSANDRO. Mi sento morire, mi sento uscir l'anima! GERASTO. Su, dammi i baci per la buona nuova. ESSANDRO. Partetivi, di grazia: ho sentito la padrona in fenestra, e credo ne facci la spia.

È vero, è vero. Carsanti Lesino forse sulle spese? Clelia O che! Sei così largo, così galante.... Carsanti E... farò anche di più.... Clelia Ma io non permetterò mai che tu ecceda! Carsanti

A Ventaroli ci si alza alle sei del mattino, si mangia a mezzogiorno, si dorme, si passeggia, si cena alle sette e si ridorme alle otto. Alla mattina vi è la messa; alla sera il vespro e il rosario. Verso l'imbrunire è un gran grugnito di maialetti che ritornano dal pascolo; e un mormorio di voci umane, strilli di donna e pianti di fanciullietti.