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E dimmi.... ripigliò Gino. La cosa non dispiace a te? No, davvero. Sei un uomo leale e la mia mano stringe volentieri la tua. Conte Gino Malatesti.... Non parlar, di contea, te ne prego! interruppe Gino, turbato. Vorrei che i re della montagna non isgradissero la mia alleanza.

Alle ore sei e mezzo il nemico era in rotta precipitosa verso Casteggio, inseguito alle reni per buon tratto di via. La vittoria di Montebello, nella quale la divisione comandata dal prode generale Forey si copriva di gloria, inaugurava brillantemente la campagna che doveva procedere di vittoria in vittoria.

Il passo della cameriera si allontanava. Nicla riprese: «....dove sei. Ti prego di ringraziare il signor Conte e di presentargli i miei saluti. Non ti dimenticare della tua Scrisse l'indirizzo: al signor Conte Brunello di San Pietro, e vi aggiunse il nome dell'albergo e della citt

Accomodò i guanciali a Roberta, e le tolse il libro. Sapeva d'avere sulla giovanetta un impero senza confini; la sua mano passata nei capelli di lei, per materna carezza, poteva addormentarla; la sua presenza era più volte bastata a rassicurarla da qualunque timore. Come sei calda! ripetè la fanciulla, avvertendo la carezza tra i capelli biondi. Dormi, dormi! Emilia mormorò impaziente.

Io sono contentissima... Ma ci vai ogni giorno dalla mamma? Quando sono a Venezia anche due volte al giorno... Dunque sei contenta?... Proprio? Proprio... Se non avessi il cruccio della mamma ch'è così sola. Non tanto. Riceve sempre qualcheduno, la sera specialmente: le Duranti, Rinardi, Frandini, il dottore Del Marmo, i Nocera... Ma tu non ci annunzi ancora nessuna novit

Prego la primavera, i fiori, le rondini, i bambini, il sole, Dio. Rendetela felice! E di fronte alla primavera, ai fiori, alle rondini, ai bambini, al sole, a Dio, mi sento innamorato e casto! Venerdì Santo. Compiono oggi sei mesi da che... Sei mesi! mezzo anno! A me paiono sei giorni! O quale sconforto il mio. Oggi tutte le donne pregano.... Prega per me! Prega Dio che mi faccia morire!...

Il guascon detto avea: Siete sepolta; pur le promesse mantener si denno: ma se goffo è il marito, ha fatto còlta la donna, ed ha fortuna s'ella ha senno. Voi m'intendete giá: questi imenei son per comoditá dati dai dèi. Rideva la fanciulla estremamente, dicendogli: Tu sei pur spiritoso. Quel garzonaccio aggiungea prestamente detti peggior, sicch'io dirli non oso.

Ed al proverbio: «dimmi con chi tratti e ti dirò chi seiio sostituisco; «dimmi dove soffi, o dove raschi, e ti leggerò la vita

CORONA. Piú di te. PAOLA. Di me, ch'io gli son madre? CORONA. Ed io doppia sorella. PAOLA. Non l'ami tu giá dunque, se doppia gli sei. CORONA. La causa? PAOLA. Tant'è dir «doppio» quanto «falso». CORONA. Or su, non motteggiamo, prego! Sales animo languenti amarae sunt. PAOLA. In che modo gli sei dunque doppia sorocchia? CORONA. Carnale e spirituale. PAOLA. Carnale bene, spirituale non piú giá.

I ncomenciò l'altiera: O Triperuno, V assallo mio, de gli altri non men caro, S appi che 'l tuo Limerno saggio e raro T'ha impetrato da me quel che nessuno I n questa corte mai gioir non puote. N ove anni e sei non passa una fanciulla: A te la dono e facciovi la dote.