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Un'altra lettera, scritta sullo scorcio del 1841, diceva: «.... Gran conforto è la preghiera agli afflitti. Io non l'ho mai sentito così profondamente come ora. Io prego, ottimo amico, io prego per essa e per voi. In tal guisa mi sembra di poter pensare ad ambedue senza peccato, ed anche (se il cielo vorr

Dentro gl'intimò la moglie. Eccomi ed entrò. Chiudete. Il signor Daniele, chiuse d'uscio, sgraffiandosi anche un dito tra per la fretta e la confusione. Bisogna mandare questa lettera alla posta, sul momento strillò la signora Maddalena mostrandogli la lettera scritta al Rosasco. Ma alla posta centrale. È più sicura. Dammela, la porto io.

Tra le molte è memorabile questa lettera che il Marini gli aveva scritta a Bologna dopo lo spavento della pistolettata del Murtola:

Frattanto, nel voltarsi a guardare intorno, ebbe un altro argomento di maraviglia; un pianoforte, niente di meno, un pianoforte a coda, ed anche della fabbrica di Erard, se non vi dispiace di saperlo. Al conte Gino, che si era avvicinato per dare un'occhiata alla scritta, non dispiacque davvero.

Donato accompagna melanconicamente la scritta che ora sprofonda nell'ampia tasca, e le manda dietro un sospirone lungo. Ci è qualcos'altro; è facile vederlo anche tenendo un occhio solo aperto, come il signor Asdrubale, il quale entra difilato nel cuore dell'argomento. La me lo dice, o l'ho da indovinare?

Il giorno, dopo quello in cui era morta sua madre, Carlo Tittoli, rovistando per la stanza ove la vecchia adorata aveva dato l'ultimo sospiro, vide sotto il letto una lettera tutta spiegazzata. Si chinò per raccoglierla. Era una lettera scritta da suo padre nella prima giovinezza, quando corteggiava la donna, che poi aveva sposato. Come mai si trovava in terra?

Scendendo dalla rocca e dalla chiesa girammo nella parte inferiore della cittadina, cercando se vi fosse nulla di notevole da scoprirsi. Una piccola piazza, detta Piazza del Municipio, attrasse la nostra attenzione, avendo veduto sullo stemma del municipio questa scritta: Domus Universitatis Scurculae. Nello stemma si distingueva un ponte con cinque gigli.

Roberto, gli disse Prinetti, ecco le sigarette per te: sono arrivate oggi da Costantinopoli. Davvero genuine! esclamò l'altro, leggendone la scritta in caratteri turchi sul pacchetto a colori, mentre colle mani, belle quasi quanto quelle della contessa Ginevra, lo rigirava bambinescamente, prima d'aprirlo. Bice fumer

La lettera parlava chiaro.... di baci sotto gli alberi.... di convegni nel chioschetto.... E queste parole, ch'egli ripeteva mentalmente, erano come tanti ferri roventi ch'entrassero nella sua carne viva. Precisava i luoghi! Dunque chi l'aveva scritta aveva visto, o aveva risaputo da chi aveva visto!... Si mise a camminare in qua e in l

E infatti una di esse, dall'aspetto più ridente dell'altre, invita i passeggieri, che transitano per la via che mena a Porta San Paolo, con questa scritta, il cui senso è tanto chiaro, per quanto i versi sono zoppicanti: /* Chi vuol bere del buon vino Venga a piedi del Monte Aventino. */