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A tale scena le povere donne balzano sgomentate dal letto, avvolgendosi un cencio intorno alle nude carni, che le camicie erano un lusso di pochi, ed O cara Madonna, di San Satiro! (esclamano) cosa c'è che fai? perchè così scalmanato? T'è accaduto qualche incontro? Te n'hanno fatto una grossa?» e piangono, e fansi il segno della croce; e i ragazzi, vedendo la madre a piangere piangono anch'essi, s'aggruppano con una meraviglia paurosa attorno al padre, pregandolo a dire cos'è, cos'ha da succedere, a non lasciar piangere la mamma. Egli, così fra l'allestire l'armatura, risponde con parole ricise e a spizzico! Eh, niente... non v'è niente... Toglietevi fuor dei piedi... Che volete mai saper voi, tenerume? preparo le armi perchè... perchè... è sempre bene trovarsi all'ordine. Non è niente, vi replico: via, volete finirla? che serve piagnucolare? ci vuol altro che lagrime. Sangue ha da essere: sangue. Per me non sarò il primo, ma giuraddio se mi schiacciano la punta d'un dito... Cani! gliela faremo vedere. I Milanesi son buoni, ma non di l

Mentre contano e verificano, Lanzirica si alza e va ad inginocchiarsi vicino a Mabima. Dispone meglio il velo sul suo viso e rimane estatico a contemplarla. si sveglia, si stira languidamente, poi scattando in piedi come invasa dal delirio della febbre, la schiena incurvata, le braccia tese verso il fondo della scena. Ecco, ecco! Vedo l'oasi di mio padre! Le sue case abbracciate dalle palme!...

La madre e la fidanzata restano sulla scena, in preda a contorcimenti strazianti. S'ode uno sparo. Ah! grida la madre Arturo s'è ucciso! E cade in ginocchio. Martino si presenta sulla porta e grida con gioia: Salmatevi.... egli è calvo!

Il disgraziato eroe di quella scena era scomparso, o, se vi garba di più, aveva battuto il tacco; e fuvvi un bell'umore il quale asserì di aver veduto nella sala d'ingresso un signorino che se la svignava zoppiconi, tirandosi il cappello sugli occhi, dinanzi alla mazza d'argento del guardaportone.

La banda, schierata davanti alla tenda, continuava a sonare con ferocia crescente. Un gesto supplichevole dell'Ambasciatore li fece tacere. Allora assistemmo a una scena assai curiosa. Quasi nello stesso punto si presentarono concitatamente all'Ambasciatore, uno a destra e l'altro a sinistra, un nero ed un arabo.

Come furono soli, incominciò il racconto del legnaiuolo. Il Giuliani s'era adagiato sul banco; Michele gli stava di costa; Pasquale chiacchierava e gestiva nel fondo, come un attore in scena. Quello ch'ei raccontò non ripeteremo, che gi

Prese per mano la figlia, e, accompagnandola fin presso la stanza delle rose, prese commiato da lei col bacio del buon sogno. Fidelia era vivamente commossa. Gli sdegni del padre, le parole concitate e interrotte, le strane proteste di Rolland, tutta la scena cui poco dianzi aveva assistito le riempirono il cuore di tristi presagi.

Quella fu la scena prediletta in cui Cesare volle conservare l'immagine di Emilia, e le limpide acque della fantasia la ritennero poi per sempre, in uno specchio senz'appannature. Roberta si svegliava di notte improvvisamente e si ascoltava respirare: il respiro era tranquillo; sotto la scapola sinistra, il dolore sordo non rodeva più.

(dopo breve scena muta; guardando arcigno D. Nzulu che sorride con dispettosa bonariet

Un'ora dopo, la contessa Emilia, pallida, sfinita, mal reggendosi in gambe, rientrava nel suo palazzo, al braccio di Eugenio, quasi più pallido di lei. Ma che ha? le chiese, premurosa, la cameriera: si sente male? No.... sono ancora tutta commossa.... era tanto straziante, quel dramma!... ho pianto dalla prima all'ultima scena. Me ne vergogno soggiunse il marchesino ma ho pianto anch'io.