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Molti dicono che gli sguardi, i baci, le parole oscene, i contatti impudichi in un luogo sacro, ancorchè non v'abbia pericolo di polluzione, implicano la malizia del sacrilegio , tanto pel rispetto dovuto a Dio, quanto pel pericolo di polluzione, che può sempre sorgere.

La chiesa era stipata; il pubblico rumoreggiava curioso e pettegolo; ma quando don Gregorio unì indissolubilmente nel santo nome di Dio, in un nodo sacro, eterno, le due creature e le due anime, egli seppe trovare, benedicendole, parole così soavi da intenerire non solo gli sposi, Prospero Anatolio e i quattro commendatori, ma da suscitare in tutta quella gente una commozione viva e sincera.

Irrigidìi per te la fronte stanca nella bellezza dell’orgoglio sacro. Madre d’eroe non piange.

Egli comprende tutto questo; legge i pensieri del Papa quando si prostra al bacio del sacro piede ed implora dal Vicario di Gesù Cristo una speciale benedizione per Milano, per la compagnia della morte, per il carroccio, una benedizione, che sia caparra di vittoria.

Terribili e spaventose conseguenze recava questo castigo; gli altari restavano senza croci candellieri, se non al momento che si celebrava la messa a porte chiuse: nessuno, eccetto i chierici, i pellegrini, i mendicanti ed i fanciulli minori di due anni, potevano seppellirsi in luogo sacro: nessuno accettavasi alla penitenza ed all'eucaristia se non in articolo di morte; proibito il menar moglie o baciarla o mangiare carni, e fino radersi: ogni giorno, a terza, sonavano le campane, al cui tocco dovevano tutti recitare preci di penitenza.

La voce onesta e leale, che per diciassette mesi aveva mantenuto acceso nei Veneziani il sacro fuoco del patriottismo, che aveva guidato, frenato, corretto i mobili istinti del popolo, ora scendeva commossa in una folla commossa; era un patetico addio, era un gagliardo eccitamento a sperare nell'avvenire, era un caloroso appello a quelle virtù con cui le nazioni riescono a domar la fortuna.

Ora paiono cose dell'altro mondo; ma allora, nel periodo acuto dei dolori italiani, era così, come io vi racconto. Tutti li avevano in mente, gli inni del riscatto, e li canticchiavano tutti tra i denti. Anche quando si diceva male del Quarantotto, de' suoi canti, delle sue piume, delle sue coccarde e dei suoi discorsi in piazza, era facile sentire nell'amaro della critica il dolce dell'amore profondo, indimenticabile, eterno. Infine, si erano commessi errori su errori, ma si era vissuti, si era allargato il cuore alle divine speranze, e tutti i ceti, tutti gli uffici sociali, si erano fusi in quel sacro entusiasmo. Anche Don Pietro Toschi, si era riscaldato il cervello; aveva veduto molti giovani passare da Fiumalbo, per correre alla Guerra Santa, e aveva gridato: «bravi! che Iddio vi benedicaPoi erano venute le disgrazie; ma la reazione, che aveva dilagato al piano, non si era potuta spingere fino a quei monti, dove i cuori erano uniti e le labbra chiuse. Qualche commissario, capitato lassù, era stato affogato nel lambrusco dell'ospitalit

Ma perchè era scomunicato, non volle lo Re Carlo che fosse recato in luogo sacro; ma a piè del ponte di Benevento fu seppellito, e sopra la sua fossa per ciascuno dell'oste fu gittata una pietra, onde vi si fece uno grande monte di sassiFin qui il Villani.

«..............Avete fede» io gli diceva nei destini d'Italia? Avete fede nel secolo? V'arde il sacro pensiero di proclamare l'unit

E il mare umano scendeva, con me prigioniero, verso il terreno sacro del Calvario, alla Fontana dei Miracoli. Giunto in vicinanza del ponte che varca il fiume di Bernadette, cominciai con veder allargarsi lo spazio della dura vallata, e le montagne ovali scostarsi, chiudendo in una specie di fantastico anfiteatro, dove nel fondo si alzava, nuda a solenne, la Collina del Calvario. Pareva che la natura previdente avesse voluto erigere uno scenario da leggenda intorno ai sacri misteri della fede cristiana. E l