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E se l'Adele, appena trovata la lettera nel libricciuolo, gliela avesse rimandata a casa, magari senza leggerla?... Andrea si sentì salire il fuoco alla testa, ritornò subito a casa, tremando, nel passar dinanzi al finestrino del portiere, che questi uscisse e gli tenesse dietro per consegnargli l'involto: il portiere non si mosse; Andrea respirò.

Di qualche cosa mia madre s'accorse ma in mio favore, perché soggiunse: Come sei apprensivo tu! Non senti che respiro calmo? Non vedi come dorme bene? Ma pur dicendomi questo, ella aveva nella voce l'inquietudine e non sapeva nascondermi la sua apprensione. , è vero; non sar

Allora, facciamo la pace? disse Gioconda sorridendo. Non ne ho bisogno; non devo che continuare a essere vostro amico, come sono stato sempre. Gioconda respirò. Folco era freddo con lei; ma anche non fosse stato, ella sapeva bene che in un'occasione grave, in un'ora di battaglia, egli non avrebbe avuto l'energia, l'esperta sicurezza per consigliarla.

Guardando le stelle Immobili, austere, Guardando le nere Parvenze de l'ombra Che fugge, che vola, Io penso lei sola, Io vedo lei sola, Respiro lei sola, Ovunque presente Nel cielo, ne l'ombra, Ne l'aria fuggente, Ne l'ebbra mia mente, Io sento il suo cuore Che batte, che batte, Le voci sue rotte Che dicono: «Vieni, Cedo, vieni, vieniIl treno va e tuona.

Ecco, e respiro il noto odor di polvere e di tintura, odo la danza ritmica dei telaj dietro alle finestre nere, e canti uguali a bibliche preghiere.

E lo zio Giacomo, col viso rigato di lagrime, le disse: No, cara, no! Nino senza dir parola uscì con uno dei giovani dottori, che lo condusse in una sala fredda e vasta, che pareva vuota. In fondo, vicino al muro, Nino vide due barelle portante ciascuna un lungo fardello velato, ricoperto e immobile. Nino guardò, e gli si fermò il respiro. Dio! Dio! disse, e volse via lo sguardo.

Le due donne si avanzarono verso la ribalta. Regnava un silenzio profondo: tutti rattenevano perfino il respiro. Anna Bolena intuonava il duo famoso con le parole rivolte a Giovanna Seymour: Sul suo capo aggravi Iddio... Era arrivata alle cadenze del primo tempo sulle parole: fia la scure a me concessa: dove, copiando una puntatura della Pasta, levava un do acuto di effetto meraviglioso.

Non era stata forse ella che aveva fregate le gengive della regina, e del sangue che ne aveva estratto le aveva maculato le mani ed il sembiante? Non era dessa che le aveva consigliato di ritenere il respiro, per diventar pallida, e tutto il resto di quell'opera miracolosa che si compiè col parto felice della sua reale divota?

Sua moglie?... Sua moglie?... Era fissato! Non c'era più verso di tornare indietro! E Nora?... Nora, colle guance accese e l'occhio fisso, a che cosa pensava? Essa guardava quell'uomo che le stava vicino, assonnito, col respiro greve, l'occhio imbambolato.... il sigaro spento fra le labbra.... .... E tutti i giorni, tutte le sere sarebbe stato così? Sempre con quell'uomo?... di quell'uomo?