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Il «forzato» è colui che sta scontando la sentenza che gli ha inflitto il vecchio codice. Lo si può dire il martire del bagno penale. Nessuno ha subito le sue torture. Egli è passato attraverso tutte le sevizie che sono nel regolamento composto dagli «estratti dei regi bandi del 22 febbraio 1826». Un'infrazione qualunque, come quella, per esempio, di essere reo di bestemmia o di imprecazione contro l'onore e la riverenza dovuta alla Maest

Questa prima parte del regolamento che vedeva allora la luce comprendeva adunque il maneggio del fucile del modello Tartagna, i movimenti con la bandiera per gli alfieri, con la spada per gli ufficiali e le varianti ed aggiunte per la fanteria oltramarina. Nel proemio si esprimeva il voto, «che il libro venisse stampato in entrambe le lingue italiana ed illirica, due essendo le nazioni con differente linguaggio che hanno l'onore di servire Vostra Serenit

Nei lavorerii in comune avveniva, per esempio, che i reclusi dovevano tacere e i forzati potevano scambiarsi delle parole sottovoce. Il direttore, per impedire che si mancasse di rispetto al regolamento, fece affiggere un ordine del giorno il quale ingiungeva di farla finita col chiasso. Forzati e reclusi lo stracciarono.

Che male ci sarebbe incominciava a dire qualcuno di noi se la direzione mi permettesse uno spazzolino e della polvere e dell'acqua dentifricia? E che strappo si farebbe al regolamento se io, prete, continuassi a indossare quella divisa di sacerdote che io credo di non avere disonorata? Capisco la punizione.

«Se il soldato -diceva dunque il regolamento ha più anca che spalla, esso dovr

Di modo che i secondini, accosciati negli angoli, possono assistere ai movimenti dei piedi, oppure coll'occhio al buco vedere tutti i condannati che escono dalla rete del regolamento. La nostra camerata non ha che la spia nella fodera del cancello. Ma le altre ne hanno due anche nelle muraglie che le fiancheggiano.

Ieri, dopo tanta insistenza, ho ottenuto il permesso di tagliarmi le unghie vellutate e lunghe. Ma ho dovuto tagliarmele alla presenza di questo omaccione che rintuzza ogni desiderio col regolamento. Il suo ufficio è un bugigattolo in faccia all'ufficio di matricola. È in esso che ho avuto il primo colloquio. Il capo metteva la sua faccia tra la mia e quella del mio amico.

Vicerè, che alcune Dame nella occorrenza delle Feste Reali, come di parto della Regina, ed altre non lasciano di comparire vestite a lutto ne’ luoghi pubblici, e nei Teatri s’è servita con biglietto delli 7 corrente incaricarla di far avvertire le Signore Dame, che sotto pena della Reale Indignazione, non si facciano vedere vestite a lutto ne’ pubblici Luoghi, e Teatri in simili occasioni, e volendo in essi comparire, lasciar dovessero il Lutto; e perciò in adempimento di tal comando, glie ne passa il presente Avviso pella dovuta esecuzione e regolamento e con dovuto ossequio se le rassegna.