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Il vecchio paralitico omai non faceva che emettere una specie di mugolío rauco, aprendo la bocca entro cui la lingua tremava, e da cui colava in abbondanza la saliva continuamente.

Fathma! mia adorata Fathma! esclamò egli delirante. Non seppe dire di più. La gioia di rivedere alfine l'infelice sua fidanzata, lo soffocava. Afferrò quel corpo ancora inanimato e lo coprì di baci e di lagrime. Abù-el-Nèmr si nascose il volto fra le mani e un rauco singhiozzo gli rumoreggiò in fondo al petto. Una tremenda disperazione aveva improvvisamente scomposto i suoi lineamenti.

Allo sportello, d'un tratto, la beghina cessando il mormorio rauco, gettò un'occhiata innanzi per assicurarsi non la vedessero, e scomparve dentro una porticina, che menava alla sua soffitta; pratico espediente, quello di prendere alloggio sulla via del cimitero, per risparmiare la fatica del ritorno!

A quella vista il corpo della giovane madre parve infiammarsi; un'ultima vampa di sangue le salì alle gote: diede un rauco accento di gioia suprema e, sbarrando gli occhi, stese le braccia per trascinarsi al petto quella piccola creatura delle sue viscere... La piccola creatura era fredda ghiacciata.

Voleva gridare, chiamare suo figlio, chiederne conto alla principessa, lanciarsi allo sportello del legno, al cancello delle carceri. Ma la sorpresa, l'emozione, il contrasto, le tolsero a un tratto il movimento e la parola. Agitò le mani, mandò un rauco gemito, ma si sforzò invano di muoversi e parlare.

Folco si passò la mano sul volto, quasi credesse di sognare, poi si fece pallido, bianco, si levò in piedi, e gettò un grido rauco. In quel punto. Gioconda tornava. Prima ch'ella interrogasse, Folco avvertì: Ho urtato con la caviglia contro un piede della tavola; ne ho sentito un dolore acuto. Come sta la bambina? Gioconda era inquieta. Non sta bene, annunziò. Temo anch'io che abbia la febbre.

Le nove meno un quarto. Ancora quaranta minuti. La stazione restava deserta: si udiva soltanto qualche fischio rauco, soffocato, di macchine manovranti lontano; qualche passo risonava, ma di persone che uscivano avviandosi alla citt

Era forse Maria che si era vendicata? E dove si trovava la giovane? Morta forse anche lei, dacchè nessuno gliene aveva parlato? Adriana aprì la bocca per domandare, ma dal suo petto non sfuggì che un grido rauco, inarticolato, che si spense in un debole singhiozzo. E le labbra restarono aperte, l'occhio si estinse, il corpo divenne immobile... Era spirata...

Ella sospingeva cogli occhi l'amica che si allontanava, dopo aver detto qualche parola alla cameriera; e come vide l'uscio richiudersi sulle due donne e come il rumore dei loro passi si spense, nascose la faccia tra le mani con un grido rauco di terrore e di raccapriccio. Era finito! Tutto era finito! Una parola era bastata perchè la malia fosse rotta! Egli era , aveva tutto udito, era rimasto come fulminato!.. Ella si sentiva come precipitare da un'altezza incommensurata, con la testa in giù, senza speranza d'arresto. La parola che avrebbe dovuto dire fin dal primo momento, il sinistro secreto della sua vita, la sua eterna condanna era pronunziata... Quale oscura, implacabile fatalit

Scendi col tuo pugnale insino all’ime Viscere, e strappa il cuore. Cercalo nel mio cor, cerca il sublime Mistero del dolore!... Tutta nuda così sotto il tuo sguardo, Ancor soffro; lo sai?... Colle immote pupille ancor ti guardo, tu mi scorderai: Poi che sul labbro mio, quale conato Folle di passïone, Rauco gorgoglia un rantolo affannato Di maledizïone.