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Inviata quella lettera all'impresario, io mi rifugiai nella casa di un amico, e quivi stetti ad attendere i fati.

e quivi, per l’orribile soperchio del puzzo che ’l profondo abisso gitta, ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio d’un grand’ avello, ov’ io vidi una scritta che dicea: ‘Anastasio papa guardo, lo qual trasse Fotin de la via dritta’. «Lo nostro scender conviene esser tardo, che s’ausi un poco in prima il senso al tristo fiato; e poi no i fia riguardo».

102 Ungiardo era signor di quella terra, suddito e caro a Costantino molto, ove avea per cagion di quella guerra da cavallo e da piè buon numer tolto. Quivi ove altrui l'entrata non si serra, entra Ruggiero, e v'è ben raccolto, che non gli accade di passar più avante per aver miglior loco e più abondante.

Ivi con segni e con parole ornate Isifile ingannò, la giovinetta che prima avea tutte l’altre ingannate. Lasciolla quivi, gravida, soletta; tal colpa a tal martiro lui condanna; e anche di Medea si fa vendetta. Con lui sen va chi da tal parte inganna; e questo basti de la prima valle sapere e di color che ’n assanna».

Passò Druenza, il Rodano e la Sonna, e venne a piè d'una montagna aprica. Quivi lungo un torrente, in negra gonna vide venire una femina antica, che stanca e lassa era di lunga via, ma via più afflitta di malenconia.

La Provenza, del resto, ha tutt'altro che l'aspetto di un paradiso; in molti punti la si potrebbe paragonare ai deserti dell'Arabia. Le contrade sono sassose, arse dal sole, spesso di aspetto selvaggio, bizzarro, malinconico, cupamente severo. Allorquando vidi quest'arida regione, compresi come avesse potuto esser teatro di guerre fanatiche e religiose; come su questa terra bruciata dal sole dovesse crescere una razza di uomini appassionata, come quivi, del pari che nelle Calabrie, dovessero regnare le passioni più svariate, ascetismo, entusiasmo, arditezza di concetti filosofici, amore di libert

Quivi si veggion de le genti tue Antigone, Deïfile e Argia, e Ismene trista come fue. Védeisi quella che mostrò Langia; èvvi la figlia di Tiresia, e Teti, e con le suore sue Deïdamia». Tacevansi ambedue gi

Quivi sto io coi pargoli innocenti dai denti morsi de la morte avante che fosser da l’umana colpa essenti; quivi sto io con quei che le tre sante virtù non si vestiro, e sanza vizio conobber l’altre e seguir tutte quante. Ma se tu sai e puoi, alcuno indizio d

«Io cominciai: Poeta». In questa quinta particella l'autore, udito il consiglio di Virgilio, e approvandolo, lo scongiura che quivi il meni, dicendo: «io ti richieggio, Per quello Iddio», cioè Gesú Cristo, «che tu non conoscesti, Accioch'io fugga questo male», cioè il pericolo nel quale al presente sono, «e peggio», cioè la morte, «Che tu mi meni ove or dicesti», cioè in inferno e in purgatorio, « ch'i' vegga la porta di san Pietro», cioè la porta del purgatorio, dove sta il vicario di san Piero: «Con quelli i quai tu fai», cioè di' essere, «cotanto mesti», cioè dolorosi, dannati alle pene eterne.

ché di giusto voler lo suo si face: veramente da tre mesi elli ha tolto chi ha voluto intrar, con tutta pace. Ond’ io, ch’era ora a la marina vòlto dove l’acqua di Tevero s’insala, benignamente fu’ da lui ricolto. A quella foce ha elli or dritta l’ala, però che sempre quivi si ricoglie qual verso Acheronte non si cala».