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E intanto le coscienze precipitano.... Don Procolo indicò anche col dito l'abisso in cui gli pareva di veder precipitare le coscienze le pecorelle si sbandano, sitiunt animae e il pastore è ubbriaco... No, no, non va bene, non va bene... non va bene....

Fra le altre cose raccontava Battistone pare che questa sora Erminia i calzoni voglia portarli lei. Comanda a bacchetta, si fa accompagnare alla messa cantata, vuole che per le dieci l'ometto sia in casa.... È stato un asinaccio.... commentava don Procolo.

E se ne andò tra la guardia di pubblica sicurezza e uno degli allievi carabinieri. L'altro si fece aiutare dai più coraggiosi e adagiò il cadavere in quella vettura che si trovava nel vicolo. Era diventato pallido il povero giovanotto; per la prima volta si trovava accosto a un morto. La bottega della fiorista rimase chiusa per un mese. Un bel giorno arrivò don Procolo, fumando.

Don Procolo, un attempato arzillo, negoziante e proprietario, veniva a sera a trattenersi nella bottega, e quando c'era don Procolo accosto a Fortunata, seduto in mezzo ai fiori di organsino, in mezzo ai fasci d'erba artificiale, la mamma di Fortunata, dalla parte loro, chiudeva met

Sentite disse Giovannina Zoccola, merciaia di rimpetto questo non ha potuto succedere. Vero è che la fame se gli mangiava i Cappiello, la fame e i debiti; che a me, se veramente non tornano più, mi dovranno dare sempre quindici soldi da Pasqua passata. Ma un po' di danaro lo mettevano da parte, via. E c'è stato sempre don Procolo, il signore, che ha riparato spesso e volentieri.