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Samuele Hospenthal, uomo riflessivo e filosofo quanto è necessario per non dare alle cose del mondo più peso che non abbiano naturalmente, sulle prime prese la cosa in ridere e credette di vedere in questa letterina lo sfogo d'una gelosia e d'una vendetta di donna; diversamente che poteva importare a Liana che la moglie d'un banchiere di passaggio andasse a mangiare delle sfogliate tra le dieci e le undici nella bottega d'un pasticciere?

Nei primi giorni che la Margherita si trovò nella costui balìa, per procurarsi quelle prime necessit

Fuori l'aria si era fatta rigida, benchè l'inverno fosse oramai trascorso. Via Calzaioli si affollava di gente sotto la viva luce dei fanali, fra quel chiacchierio delle ore serali, che pare fatto di prime confidenze nella tregua del lavoro quotidiano. Gli uomini camminavano adagio, le donne avevano un indefinibile languore nel passo, dalle vetrine uscivano barbagli, molte finestre erano illuminate, qualche fiacre correva al piccolo trotto, mentre alcune cacciatrici notturne, gi

Ogni mio studio fu di penetrare nell'animo di Raimondo e di vedere se la sua guarigione era sicura, e se non fosse a temersi una ricaduta nelle prime melanconie. Ma ogni mio dubbio cessò ben tosto. Assolutamente la felicit

Quando su cinque o sei mila uomini nostri che pugnarono a Melazzo, circa un migliaio furon posti fuori di combattimento, ciò prova che non fu tanto facile vittoria. E le odierne battaglie ove s'azzuffano centinaia di mila uomini delle prime truppe del mondo non presentano perdite più considerevoli in proporzione.

Metilde attendeva sua madre o andava a trovarla, uscivano insieme quasi ogni giorno, facevano delle visite e delle spese imprevedute, e tanto delle prime che delle seconde ce n’erano sempre.

Per il che le monete restano piú leggiere, e si spendono poi per i valori di quelle prime, e anco alle volte per maggiori.

Egli era annichilito e mistificato, ma non volle farsi scorgere dinnanzi alla portinaia. Escì e corse a casa, ove trovò una lettera che certo gli era stata indirizzata credendosi che la sua assenza dovesse essere più breve. Prendendola, il cuore gli batteva violentemente; temeva di aprirla. La guardò da tutte le parti; era proprio la scrittura di Emilia, fina, eguale, scorrevole, vi era nei caratteri alcun segno di agitazione, ma non potè leggere il nome del luogo d'onde veniva. Finalmente stracciò la busta e appena lette le prime righe impallidì: «Alberto, piango scrivendoti e non so come incominciare a dirti tutta la disgrazia che ne colpisce. Mi pare quasi che sia impossibile e vi sono dei momenti in cui mi abbandono alla speranza che tutto sia un sogno. Ti scrivo da una casa di campagna della famiglia di mio marito. Come sai, egli era da lunghissimo tempo in poco buona armonia con essi, al punto che io quasi non li conosceva: vi era sempre stato disparere fra di loro su tutte le quistioni possibili, inoltre la vita che mio marito conduceva non garbava punto alla madre, ai fratelli, ed essi temevano sempre ciò che infatti avvenne. Da un giorno all'altro tutto cambiò. La riconciliazione fu fatta senza che io ne sapessi nulla, essendo forse preparata gi

Forse in quei lunghi giri e rigiri passò anche dinanzi all'ospedale; ma non lo riconobbe. Avrebbe voluto domandare a qualcuno dov'era, ma non osava, e camminava sempre, pensando che finirebbe per arrivarci. Nelle prime ore del pomeriggio si trovò in piazza Cavour, all'ingresso dei giardini pubblici.

Ora noi chiediamo a tutti quei lettori che si ricordano delle feste di casa Vivaldi: poteva la contessa Matilde Cisneri, poichè aveva la fortuna invidiabile di essere stata invitata, resistere a quella gran tentazione? Tutti, e prime le nostre lettrici, grideranno di no.