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Una volta che gli domandai se aveva qualche dispiacere, mi rispose di occuparmi delle cose mie! Presente! Presi la mia biancheria e me la appesi dando in una risata che mise quasi tutti di buon umore.

«Non potevo più illudermi: era un'indegna, e non sapevo vivere senza di lei. Misurando tutta la mia abiezione, presi un giorno il mio revolver e pensai di uccidermi. Scrissi un testamento, che esiste ancora, e fui per eseguire il mio disegno. Sul punto di morire, volli tentare un ultimo passo. Chiamai mia moglie in camera mia e chiusi l'uscio.

Io confesso che il mio orgoglio non lasciava più alcun limite alla mia fantasia. In quell'istante di entusiasmo, la teocrazia stessa era ancora poco per la mia ambizione. Entrai nella sala, e presi posto sul trono: a' miei fianchi stavano i ministri, d'innanzi a me i colpevoli, all'intorno la folla.

Tornato da Palermo, presi stanza a Caserta, e visitando ogni giorno Monte Sant'Angelo, da dove scorgevasi bene il campo dei nemici, a levante della citt

Il mio cuore è buono; sentii il suo dolore, ne presi la mia parte. Dinanzi alla crisi tremenda della separazione, tutti i trasporti si ridestarono in me. La bella figura piangente di Vittoria grandeggiò ai miei occhi di tutta la nobilt

Voglio ora trascrivervi un raccontino fattomi da un amico all'uscire da un lauto e copioso banchetto. Eccolo: Esistono i due proverbi: vivere per mangiare e mangiare per vivere. Proverbi entrambi da evitarsi. Ecco perchè presi la via di mezzo. Io mangio principalmente per vivere, ma in certo qual modo vivo anche per mangiare.

»Prima di essere ridotto nella miseria presi servizio nell'armata della repubblica veneta; comperai un grado... ero alla guerra da qualche mese, quando mia moglie fuggì con un ricco condottiero di un reggimento tedesco, che da poco era giunto ove ella si trovava.

Per lei tanto, sarebbe corsa in sulla strada e li avrebbe presi a ceffate que' prepotentacci! Ma intendeva troppo bene che gli scandali ricadevano sul capo del parroco; che lui ci perdeva in dignit

Quando comanderò io, farò un codice nuovo che dica: sono ladri tutti quelli che hanno quattrini. Infatti, io ragiono così: se hanno denari, in qualche luogo li hanno presi: ora chi prende ruba; dunque....

Quando il cesarismo napoleonico precipitò, era giunto il momento di condurre a termine una riforma politica per mezzo di un concilio di popoli. Le circostanze si presentavano simili a quelle del tempo, in cui l'Europa vide il papato minacciar rovina, e tenne a Costanza un concilio. Come allora inutilmente si tenevano i concilii, così ora inutilmente si bandiscono i congressi. Il Congresso di Vienna ebbe tanto buon successo nel dare un nuovo assetto politico all'Europa, quanto il Concilio di Costanza nel portare riforme sostanziali nella Chiesa. Così accadde che la storia degli ultimi cinquant'anni non contiene propriamente altro che la reazione dei popoli contro gli accordi presi al Congresso di Vienna e la distruzione dell'artificiale edificio che questi avevano edificato. L'Impero dunque non fu ristabilito, ma rimase il concetto non di una potenza centrale europea, ma di una autorit