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Ci sarebbe da imbrattar molta carta, a voler descrivere di Madrid i grandi sobborghi, le porte, i passeggi fuor della citt

Le porte della citt

Capiva, sentiva, di piacere come bell'uomo alle signore di Primarole, che gremivano le finestre imbandierate, alle belle ragazze e alle contadinotte ferme sulle porte e lungo la strada, e dondolandosi, lisciandosi la barba occhieggiava da tutte le parti.

La cittadella ha dieci porte, rispose il commissario, e queste, salvo errore, servono tanto per l'uscita come per l'entrata delle persone d'ambo i sessi.

Ma don Giuseppe e Pietro Laner erano venuti poi a rottura a proposito della "triplice alleanza" e del "potere temporale". Don Giuseppe aveva alzata la voce, e gli aveva imposto di tacere, mentre la signora Angelica e la signora Rosina, sbalordite, sbigottite, correvano intorno affannate a chiudere tutte le porte, tutte le finestre, perchè l'ortolano, perchè la gente di fuori, non avesse a sentire e a rimanerne scandalizzata.

È il mio castigo dunque così pronto? ed ode ancora un rumore di pugna, e uno sbattersi fragoroso di porte, e un correre affrettato su nelle stanze, e voci diverse, e tra tutte una irosissima che comandava: Balestrate fuoco nelle finestre! e un'altra, Se tutto arde, che ci rimane di bottino? Combattete! gridava Federigo agli uomini del castello: Giuratemi!

Ho quell’ore ne l’anima inchiodate: la via deserta, sotto un ciel di piombo: ad un tratto, da lungi, un sordo rombo di folla, e un grandinar di fucilate. Porte e finestre in un balen serrate lugubremente

Vorrei proseguire, ma non posso, tanto la massa irruente di quelle forze guerresche mi s'avventa con prepotenza sul viso, preme su di noi come un Simun di gioia selvaggia. Gridano capriolando davanti ai bersaglieri i monelli in delirio. Le porte delle case, le finestre, i balconi spremono grappoli di donne e bambini scroscianti applausi, fiori sui cani abbaianti. Zaz

risponder lei con viso temperato: <<Che farem noi a chi mal ne disira, se quei che ci ama e` per noi condannato?>>, Poi vidi genti accese in foco d'ira con pietre un giovinetto ancider, forte gridando a se' pur: <<Martira, martira!>>. E lui vedea chinarsi, per la morte che l'aggravava gia`, inver' la terra, ma de li occhi facea sempre al ciel porte,

Alcune voci confuse uscivano a tratti da qualche bocca inconscia nel sonno; le fiammelle tremolavano e si riflettevano su l’olio nei bicchieri sospesi tra li archi; e nei vani delle larghe porte aperte scintillavano le stelle alla notte primaverile. Francesca vegliò per due ore in travaglio, poichè l’esalazione dei dormienti le dava la nausea.