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Era un gridìo di chiare voci ignote, Un fluttuar di suoni, Un aprirsi di porte e di balconi, Fischi di treni, turbinar di rôte: Era l’accorrer gaio e vïolento Di mille forze umane Verso il lavor che d

Si spengono gli astri nel brivido primo de l’alba che sparge di cenere il cielo, che schiude le porte, che chiama le donne a le soglie, fantastica, scialba, dicendo: È passata la Morte.... L

Dobbiamo avvertire che tanto le cause giudiziarie quanto le contrattazioni civili, si dibattevano sulla pubblica piazza alle porte della citt

Le porte del Palazzo furono chiuse. Un’anarchia provvisoria si stabilì nella citt

Strani talvolta sulle labbra smorte dei due fanciulli senza posa erranti dettava la profonda anima i canti. .... Apparivan le donne sulle porte: macre fra i cenci, coi piccini al seno, impallidivan di dolcezza, in cuore pensando giovinezza e il breve amore primo, e i sorrisi del tempo sereno.

Vieni, è levato il sole, E' di zaffiri e d'oro il ciel cosperso, Andiam col nostro giubilo d'amore A mettere a soqquadro l'universo! Andiam col gaudio nostro, andiam col riso Audace della nostra gioventù A sfondare le porte al paradiso E riportarne l'estasi quaggiù! Così Nancy sognava l'avvenire e la vita. La sua fronte era cinta d'asfodeli, la sua anima era sommersa nella felicit

Quando il visconte giunse alla porte della citt

Sulla soglia d'una di queste porte ci aspettava il Gran Vizir, in piedi; dietro di lui due vecchi mori, suoi parenti; a destra e a sinistra due ali di schiavi e di schiave.

Qualcuno dormiva bocconi, con la faccia nascosta tra le braccia piegate a cerchio. Qualche altro dormiva supino, con le braccia aperte, nell’attitudine del Cristo crocifisso. Un nuvolo di mosche turbinava e ronzava su quelle povere carcasse umane, denso e laborioso, come sopra un cumulo di fimo. Dalle porte socchiuse veniva un romore di telai.

Soccorriamo il povero, e l'uomo si mostri fido amante e indomabile amico. Il Giusti, nell'Elogio del Parini, scriveva: "La Lombardia perdè il suo poeta e non poteva cadere in mente ai cittadini, che lo piangevano, di consolarsene nel caro aspetto di un fanciullo di tredici anni ch'era allora in Milano e che di a poco fu quell'uomo che tutti sanno." Il Manzoni avrebbe pure potuto far propria la famosa strofa dell'Ode pariniana, La vita rustica: Me non nato a percotere Le dure illustri porte, Nudo accorr