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La mia secondogenita, soggiunse amabilmente Alba-di-maggio. In quel punto la porta della sala si riaperse per dare accesso ad altre donne. Tu qui, Biscia-d'avorio!... E tu pure, Conca-di-perla! Voi... Pan-di-buttiro!...

Una sera lo ricordo come fosse ieri eravamo riuniti, secondo il solito, in quella sala: era d'inverno, ma non vi era neve; il suolo gelato e imbiancato di brina rifletteva i raggi della luna in guisa da produrre una luce bianca e viva come quella di un'aurora. Tutto era silenzio, e non si udiva che il martellare alternato di qualche goccia che stillava dai ghiacciuoli delle gronde. Ad un tratto un rumore sordo e improvviso di un oggetto gettato nel cortile dal muracciuolo di cinta, viene ad interrompere la nostra conversazione; mio padre si alza, esce e si precipita fuori della porta che mette sulla via, ma non ode rumore alcuno di passi, vede per tutto quel tratto di strada che si distende d'innanzi a lui, alcuna persona che si allontani. Allora raccoglie dal suolo un piccolo involto che vi era stato gettato, e rientra con esso nella sala. Ci raccogliamo tutti dintorno a lui per esaminarlo. Era, meglio che un involto, un grosso plico quadrato in vecchia carta grigiastra macchiata di ruggine, e cucita lungo gli orli con filo bianco e a punti esatti e regolari che accusavano l'ufficio di una mano di donna. La carta tagliata qua e l

«Tutto questo mi passò in mente nell'atto ch'ella apriva la porta, e con un movimento rapidissimo nascosi il fiore. Ma nel fare codesto arrossii vivamente.

In tutte parti impera e quivi regge; quivi e` la sua citta` e l'alto seggio: oh felice colui cu' ivi elegge!>>. E io a lui: <<Poeta, io ti richeggio per quello Dio che tu non conoscesti, accio` ch'io fugga questo male e peggio, che tu mi meni la` dov'or dicesti, si` ch'io veggia la porta di san Pietro e color cui tu fai cotanto mesti>>. Allor si mosse, e io li tenni dietro. Inferno: Canto II

Lasciamolo entrare in casa e veggiamo che effetto fará; perché non può egli scapparne dalle mani, e quel che volete far ora lo potrete far sempre che volete. CRICCA. Vignarolo, giá s'apre la porta della casa di Guglielmo. Non vedi la tua innamorata Armellina e la sua figlia? orsú, entra in casa.

Si entra per una porta di ferro, si trova un'altra porta di ferro e poi c'è ancora una porta di ferro. Dopo queste tre porte, c'è un corridoio basso e oscuro, dove bisogna passare coi lumi, e il pavimento è di marmo nero, le pareti nere, la vôlta nera, e l'aria ha odore di sepolcro.

Tu predichi così bene in quella cuffietta che è peccato non far dei peccati. E del tuo conte Lolò che n'hai fatto? chiese Flora, Dove l'hai fatto fare questo elegante attaccapanni? Don Andreino è il più impeccabile degli elegantissimi di Milano. È lui che da il tono alla moda. È per questo che porta quel corvattone verde e crespo come l'indìvia? È l'ultima parola di Parigi.

Ma il nostro Ariberti in quella materia era stato licenziato dottore, ed intendeva benissimo e ricordava per propria esperienza che cosiffatti servizioli fanno parte di quella servitù galante, che, una volta accettata, porta obbligo di ricompensa. O perchè quella musica, di cui Clementina aveva tanto bisogno, non era stata chiesta a lui, o direttamente commessa al venditore?

Gli edificii sono parecchi, in parte isolati e in parte collegati fra loro; tutti rettangolari, cogli angoli spesso terminati a torri quadrate o circolari. Il tempo e lo spirito devastatore hanno molto distrutto, ma in alcuni, e in quello detto il palazzo dell'Imperatore che è anche il più vasto, si conservano ancora perfettamente le scale, alcune porte, soffitte, e vi si vedono le aperture dei trabochelli che nei pavimenti o negli spessori delle mura portano dai piani superiori ai sotterranei. Tutto porta traccie dell'incendio che fu uno degli ultimi sfoghi delle pazzie e degli spiriti perversi di re Teodoro. Le principali mutilazioni di questi monumenti storici sono però dovute alla madre di ras Ali, la rinomata Iteghè Menéne, che, furiosa dell'impopolarit

Che nel giorno 7 maggio il De Andreis si recò più volte negli uffici di quel giornale; vi portò, per essere pubblicati, episodii svoltisi a Porta Venezia, esagerandoli e falsandoli; ed ivi intervenne chiamato ad una riunione di amici repubblicani.