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Essa non potè mai dimenticare quella notte, quell'angoscia, quelle emozioni. Sol per aprire la porta della camera e per discendere le scale, dovette radunar tutta la sua volont

Così parlando, egli uscì, serrò la porta colla massima cautela, e in punta di piedi per paura di recarmi disturbo, se ne andò queto queto alla sua camera. Un vero scimunito! pensai io ravviluppandomi fra le coltri; ma pure, con un po' di pazienza, ne farò un domestico tollerabile. All'indomani, mi svegliai verso le otto. Tendo l'orecchio, non odo rumore nella casa. Che colui dorma ancora?

«, signorarispose la ragazza, «ma nessuno sa nulla. Io ho osservato Carlo con attenzione, perchè dicono ch'egli sappia di cose strane; quel vecchio ha una cert'aria che non saprei esprimere: mi domandò più volte se era ben sicura che la porta della scaletta segreta non fosse chiusa. Sicurissima, gli risposi. In verit

Li prieghi miei tutti glien’ porta il vento, Nullo n’ascolta, ne vuole udire: Per che ogni ora cresce ’l mio tormento; Onde ’l viver m’è noia, so morire....

GIULIETTA si avvia verso la porta di sinistra, mentre ne esce FULVIA.. GIULIETTA la lascia passare, poi entra a sinistra. FULVIA. è in abito da mattina primaverile. Oh, Raimondo, siete qui, così di buon'ora? Seccato, s'inchina appena. È un secolo, sono due secoli che non vi si vede. Neppure qui. Che diavolo fate? Con tono secco, ma educato. I due secoli si riducono, credo, a due settimane.

Un servo corse a spalancare la porta e la richiuse dietro a lei. Mio Dio, che cosa ho mai detto? domandò Ubaldo guardando in faccia tutti i commensali. Niente, niente di male, rispose il principe ridendo col suo riso cinico. Lei ha dato argomento alla principessa per dieci confessioni e per altrettanti esercizi spirituali.

Venne ad accompagnarmi allo scalo, e quando entrai nella sala d'aspetto, mi strinse la mano, mi fece un inchino e partì. Mi fermai alla porta e lo seguii collo sguardo, sperando che si volgesse qualche volta per vedermi e salutarmi ancora. Ma egli non pensava che al suo sigaro. Non si voltò mai. Correva e fumava come una locomotiva!

L'inserviente se n'era andato: le vaste sale, fino a poco prima turbate dal molesto vocio de' distributori, s'acchetavano, adesso, in una pace profonda. Improvvisamente mi dimenticavo nella mia bisogna il grande orologio della stanza de' manoscritti suonò le quattro. Vibrò quel suono nel silenzio, con un tintinno allegro, come di cristalli percossi. Era l'ora. M'avviai alla porta.

E questo suo amore pei montanari lo porta ad interessarsi in modo speciale delle guide, i compagni, gli amici degli alpinisti.

Ma il capitan Fredi de’ Vergiolesi, degno figlio di messer Lippo, non aveva abbandonato il suo posto. In un attimo anzi, accortosi del pericolo, spedì per rinforzi; e su quelle mura presso al torrione di detta porta fece crescer fuoco alle caldaie e caricar le petriere. Ebbe pur l’accortezza di far ritirar dalli spaldi ogni guardia, perchè il nemico più fidente s’avvicinasse. Alcuni infatti varcate le fosse, più ristrette, tentavano gi