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Poi è uomo onesto, come tutti gli uomini di Stato del Piemonte, del resto. È la sua mancanza di audacia che lo fa sembrare testardo, e che risveglia intorno a lui tanti odii e tanta collera. Fanti è il solo che osasse resistere al conte di Cavour. Il re non lo ama ma lo stima.

Il generale Lamarmora ha due grandi meriti: egli ha speso parecchie centinaia di milioni per dotare il Piemonte di un superbo esercito e di un sistema di fortificazioni al livello dei tempi, del paese e delle circostanze terribili nelle quali l'Italia si è trovata: ed è restato povero o quasi tale!

Pallavicini e Manin si fecero apostoli dell'unione della democrazia col Piemonte.

Ad alto uffizio per certo è in queste prove destinato il Piemonte: ma le difficolt

Fatto è che lo indussi ad entrare, parlammo a lungo discutendo vari disegni e, dopo un'ora circa, egli si allontanò facendomi tanto di cappello. So che le piacciono le cose antiche mi disse. Le porterò una moneta che trovai in Piemonte. È tutta verde per la muffa e rôsa dell'umidit

Un allegro fuoco fiammava nel caminetto alla Franklin, e, sedutovi presso su d'una poltrona coperta di cuoio color tané, il signor Carlo, i piedi appoggiati al paracenere, la persona avviluppata in una vesta ovattata, leggeva attentamente un volume della Storia militare del Piemonte.

Scorsero dieci anni. Ma ormai i destini della patria venivano maturandosi e l'ora della resurrezione stava per suonare. =Dal 24 marzo 1849 al 1859 Il Piemonte.=

»Quelle parole mi trafissero l'anima; io compresi che il povero figliuolo si teneva umiliato dalle mie ripulse... Era offeso dalla preferenza accordata allo zuavo... Mi credette avversa al Piemonte... Era mio dovere disingannarlo e lo feci con tutto il cuore.

L'Italia allora non aveva un re, un generale, un politico. In qual guerra aveva trionfato Carlo Alberto? E non era che re di Piemonte, e non aveva osato dire alteramente all'Italia: sii mia! Quale fra i tanti ministri dei tanti piccoli Stati sarebbe stato così forte da soffocare la voce degli altri per farsi intendere dall'Europa?

Di quali armi favellate voi uomini piemontesi? Quando tra noi fioriva la onorata milizia, di voi non ci giunse novella; nella scuola dei Bracci, e dei Piccinini, tra gli Sforza da Cutignola, gli Alviano, i Colleoni, e tanti altri famosi si ricorda unico il Carmagnola; più tardi tra i Colonna, i Pescara, Giovannino dei Medici, gli Strozzi, il Ferruccio, i Doria, i Sanseverino, gli Orsini, i Farnese, gli Spinola unico Emanuele Filiberto; di cui gloria immortale la battaglia di San Quintino, la quale non egli vinse, bensì il conte di Aiamonte, il principe di Brunswick, e i conti di Hornes, e di Mansfeldt; Emanuele Filiberto arriva tardo sul campo di battaglia, e quando i francesi rotti fuggivano inseguiti dai raitri; solo con le artiglierie egli disperse l'ultimo corpo di fanti guasconi, che combattevano, disperati della vittoria, per proteggere la ritirata; seppe usare poi della vittoria, chè proseguendo il corso prospero avrebbe preso a mano salva tutti i francesi senza eccettuarne pure uno; e questo chiariremo con prove espresse se a Dio piacendo mi condurrò a dettare la vita di cotesto duca di Savoia. Certo con gloria maggiore o minore trattarono le armi i principi di Savoia; con grande Tommaso, con massima Eugenio; ma se togli l'ultimo gli altri ebbero emuli pari se non superiori a loro; questi poi veruno. Nel periodo lungo delle guerre napoleoniche i più famosi capitani come Bertoletti, Pino, Teuliè, e Vacani uscirono di Milano, i tre Lechi o Mazzucchelli da Brescia, Lahoz e Peyri furono mantovani, Bianchini, l'eroe di Tarragona, bolognese, il maresciallo Bianchi da Corno, Viani veronese, Zucchi reggiano, Severoli faentino, Palombini di Roma, Fontanelli da Modena, Colletta di Napoli; solo due noti nelle storie dava tutto il Piemonte, più illustre il primo, che fu Rusca, meno il secondo nominato Serras; nella guerra del 1848 venne fuori il Bava capitano di abilit