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«E quale è que' che volentieri acquista». Per questa comparazione ne dimostra l'autore qual divenisse per lo impedimento pórtogli da questa bestia, dicendo: «E quale è que'», o mercatante o altro, «che volentieri acquista», cioè guadagna, «E giugne 'l tempo che perder lo face», qual che sia la cagione, «Che 'n tutti i suoi pensier», ne' quali si solea guadagnando rallegrare, perdendo «piange e s'attrista; Tal mi fece la bestia senza pace», cioè questa lupa, la qual dice esser animale senza pace, percioché la notte e 'l sempre sta attenta e sollecita a poter predare e divorare: «Che venendomi incontro», come soglion fare le bestie che vogliono altrui assalire, «a poco a poco», tirandom'io indietro, «Mi ripignea ove il sol tace», cioè nella oscura selva, della quale io era uscito.

Giammai, io penso, trasformazione più ingrata è avvenuta nella tempra gagliarda degli anni giovanili. La rovere orgogliosa si è spogliata della ruvida corteccia, ha barattato i suoi rami rozzi e tenaci colle pieghevoli fronde del salice che piange senza lagrime.

MALFATTO. Be'; rendime li mei quatrini, adunque. CECA. Non te lli voglio rendere. Non me lli hai dati? MALFATTO. Misser no, che non te lli ho dati. Rendime li mei quatrini; rendime li mei quatrini. CECA. Vedi come piange el gaglioffo! MALFATTO. Rendime li mei quatrini, dico. CECA. To', vatti con Dio. MALFATTO. E dove vòi tu ch'io vada? CECA. Va' dove vòi. MALFATTO. Odi.

Un giorno, quando sarai grande, piangerai anche tu talvolta, leggendo. Non si piange di dolore, ma di piacere. Non compresi; e tornai dai miei compagni, facendo dentro di me proponimento che quando sarei stato grande non avrei letto mai, mai, libri che potessero farmi piangere. Ora mi sembra strano che io abbia potuto pensare una cosa simile.

¹ Va' via, rispose, e ciò che tu vuoi conta: Ma non tacer, se tu di qua entr'eschi, Di que' ch'ebb'or così la lingua pronta; Ei piange qui l'argento de' Franceschi: Io vidi, potrai dir, quel da Duera L

Ed io sono solo, spaventosamente solo!... Giorgio si è lasciato vincere, dominare interamente dall'egoismo del suo proprio dolore, ed ha dimenticato questo povero padre, questo povero marito, che piange disperato, in una casa deserta e senza echi.

«Prendetevela con la natura, Conte di Caserta, che mi ordinò in modo da ridere, dove altri piange. Ma parvi questa cosa da piangere, vedervi tutte le notti tormentarvi innanzi un teschio inanimato, che non può sentire le vostre bestemmie, o le vostre preghiere: può maledirvi, perdonarvi? Io ve lo ho gi

ed è chi per ingiuria par ch’aonti, che si fa de la vendetta ghiotto, e tal convien che ’l male altrui impronti. Questo triforme amor qua giù di sotto si piange: or vo’ che tu de l’altro intende, che corre al ben con ordine corrotto. Ciascun confusamente un bene apprende nel qual si queti l’animo, e disira; per che di giugner lui ciascun contende.

Guido si leva in piedi, muta alcuni passi vacillando; poi sta, e piange. La fanciulla udiva scenderle sopra l'anima quelle lacrime, soavi come il pianto della sua genitrice. Chi è che piange? ella disse; io non avrei creduto che in questo luogo si chiudessero anime più desolate della mia. E guardando il cielo sospirò mestamente.

Quanti risurgeran coi crini scemi per ignoranza, che di questa pecca toglie 'l penter vivendo e ne li stremi! E sappie che la colpa che rimbecca per dritta opposizione alcun peccato, con esso insieme qui suo verde secca; pero`, s'io son tra quella gente stato che piange l'avarizia, per purgarmi, per lo contrario suo m'e` incontrato>>.