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Puote omo avere in man vïolenta e ne’ suoi beni; e però nel secondo giron convien che sanza pro si penta qualunque priva del vostro mondo, biscazza e fonde la sua facultade, e piange l

Ma nell’odio si soffre; ma si piange Nell’odio.... ed io t’avrei sempre davanti Anche imprecando a te.

Oh! nulla, nulla, o almeno poca cosa! mormora il cuore. E' una piccola campana italiana che piange e ci saluta... umile dono della bella Italia liberata ai suoi liberatori! La vediamo. E' una piccola campana da campaniletto di cappella boschiva. La dondola fra le mani con fatica una esile vecchia tutta bianca, vestita di nero.

Vale a dire che non m'importa più come porta la marsina, poichè lo vedo spesso in giacchetta; con me non ci balla più. Mi ha sposato, non piange più, non freme più, non impazzisce più, crede alla mia virtù, crede al mio amore, crede alla propria onnipotenza... Ebbene, questo non basta? Non è questo l'amore? .... no, viene un giorno che questo non basta.

Ci amiamo: è lui il mio poeta, sono io la sua dea. Con me, per me, piange le sue lagrime scarse e roventi; con lui, per lui, io trovo il mio sorriso scapigliato, inebbriante. Noi comprendiamo che per una sola cosa viviamo, ed è l'amore; che per una sola cosa moriremo, ed è l'amore.

Piange la vecchia dondolando la sua campana. Quasi cade, per stanchezza, trascinata giù dal peso ondeggiante e i capelli bianchi le coprono il viso pacificato. Non ci guarda. China sorveglia meravigliata i bei suoni melodiosi che le gocciano dal cuore. E' lei, lei la prima, con la prima campana!

18 Così ben piange, e così ben si duole, e così bene ed efficace parla; dai piedi levar mai se gli vuole, ben che tre volte e quattro per levarla usasse Costantino atti e parole; ch'egli è forzato al fin di contentarla: e così comandò che si facesse colui condurre, e in man di lei si desse.

Io ben sentivo il languore di due grandi pupille nere che sempre più si venivano scostando da un fine libro e si posavano, quasi avvolgendomi, sulla mia giovinezza lagrimante. Alla fine udii una voce pietosa e quasi materna che mi rivolse queste parole: Perchè piange, se è lecito domandare?

Se poi vedo qualcuno a piangere, addio sor Gerolamo! e se chi piange è poi una donnina ancor giovane e bella, mi si rivoltano le viscere, vedo scuro come se avessi un calamaio per occhio, un gnocco grosso come la palla di un cannone mi si ficca qui, alla gola, e per consolare gli altri piango io come una secchia che vien fuori dal pozzo.

Va l’onda, e piange.