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Che fanno? e Macario stette nella penombra ad osservare, poi rise anche lui silenziosamente dentro di . Cesare non faceva che allacciarle innocentemente il cappio delle scarpine, che s'era snodato. Son due fanciulloni! pensò Macario, dolcemente commosso: ma, adesso, voglio fare una bella burletta.

Aperse pianamente l'uscio, rialzò la cortina, non senza un resto di titubanza, e spinse l'occhio nella ricca camera che, per la lampada a smeriglio giallo, languiva in una soave penombra d'oro.

Ma le fanciulle borghesi rimangono pensose; la notte forse non dormono o, peggio forse sognano; l'indomani hanno il disgusto della loro vita prosaica e senza dramma e negli angoli solitarî, a mezza voce, nella penombra, raccontano alle loro amiche la storia di Margherita.

Nella penombra del locale basso, male arieggiato da una finestruccola graticolata e dove la lampada era un carboncino rosso agonizzante, si avviò diritto alle poste dei cavalli forestieri; li sentì soffiare, ne misurò a occhio la statura, una palmata sulla groppa del primo fece un ciac pieno, indizio di carne soda e nutrita, tastò la groppa degli altri due, tesa come un tamburo, e stette pensoso mulinando sospetti e ricacciandoli col solito mai più, mai più.

Essa lo chiamò con un accenno del capo, e poi chiuse l'uscio pianino, trattenendo il respiro per non farsi sentir di fuori. La cameretta in quella penombra del crepuscolo era rischiarata appena dal fanale della strada, che stava proprio di faccia alla finestra. Vuoi i miei capelli?... L'altro, guardandola, tremava, respirava ansante. Prendili, sono tuoi.

Nel salottino d'angolo, con due porte a vetri aperte su 'l giardino, nella penombra dei tendoni abbassati, Lucia leggeva Fogazzaro nel Piccolo Mondo Antico; lo leggeva per la quarta volta e adesso le piaceva ancora più di prima come accade delle cose per davvero belle e care che più si conoscono e più si amano.

Lo guardava con aria di sicurezza e di sfida, e quello sguardo, nella penombra, luceva stranamente. Quello sguardo irritò ancora, se pure ne fosse bisogno, i feroci propositi di quello scellerato.

Ella mi guardava, da presso; teneva fissi nei miei occhi i suoi occhi dilatati, che mi parvero nella penombra straordinariamente larghi. E io vedevo in quei larghi occhi passare, come a onde, la sofferenza sconosciuta; e quello sguardo continuo, intollerabile, mi suscitò d'un tratto un terrore folle.

Il tramonto è soave: il mare è di un turchino intenso cupo, e il cielo è d'oro: le torri della fortezza si profilano in grigio scuro sull'orizzonte, che ha i riflessi dei grandi mosaici bisantini; sulla rotonda del Pirgo è un elegante ronzìo di signore che, nella penombra crepuscolare, sgranocchiano amorucci, mode, piccole maldicenze e scioccherie. I fredduristi, i manipolatori di colmi, gli amatori di logogrifi passano da un gruppo all'altro, spacciando come possono la chincaglieria dello spirito. Secondo l'indole, i gusti, l'et

Bice rispose con un cenno inesprimibile, e rimase ritta in quella penombra a guardare il treno, che fuggiva gi