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Da un'altra porta della stanza da letto si entrava in due piccoli gabinetti affatto differenti e più piccoli. Il primo era elegantissimo. Da un rosone in mezzo alla volta scendevano delle tende di velluto, di quel rosa delicato e pallido che tinge l'interno d'alcune conchiglie, e coprivano tutta la stanza, vôlta e pareti, cadenti lunghissime su di un tappeto folto come l'erba d'un prato, pure rosa a fiori bianchi. I sof

Vi son ninnoli e libri civettuoli, Fantastici pastelli a le pareti, Bambole e carrettini sui tappeti, Cinguettii di fanciulli e d’usignoli? V’è una placida nonna cogli occhiali, Che, seduta in antica, ampia poltrona, Con la sua voce di vecchietta buona Narri d’un rosso demone dall’ali

Organi non ci sono; oro o ricchezza non si vedea; ma le pareti bianche; tenuto il pavimento con nettezza, e gli altari e le lampade e le panche; ed un silenzio, una certa grandezza splende, che si può dir che nulla manche a compunger il core e a capir tosto che il puro agnel divino è qui riposto.

Fattosi capo di masnada non diventò terribile nella campagna romana soltanto, ma con sottile ingegno insidiò e spense parecchie vite nella stessa Roma, in mezzo a guardie, e perfino nella sicurezza delle domestiche pareti.

Le pareti di quella sala, quasi coverte di quadri antichissimi, rappresentanti caccie e tornei; erano a tratti adorne di specchi posati su certi arpioni, che reggevano doppieri formati di molte torce.

Così il vecchio prete a Tecla, allorchè entrò nella stanza con Giaimo. La disperata donna a quelle strazianti parole diè un profondo sospiro e senza aggiunger sillaba piegò la persona e cadde genuflessa. Il montanaro imitolla, e per parecchi minuti non altro s'udì che il bisbiglio delle preci. All'orologio della chiesa suonarono allora le ventidue e il sordo rimbombo dei replicati colpi venne a morire fra le pareti della cameretta di Zelmira. La quale a quei suoni si scosse ed alzato con moto languido il capo ravvisò gl'inginocchiati ed alla madre cenno s'accostasse. Tecla si rizzò e con lieve passo s'avvicinò al letto della fanciulla, nel mentre Giaimo a capo chino si faceva daccanto al pievano e l'interrogava con muta ansiet

Qualcosa d'indefinibile, d'inesplicabile vibrava dalle pareti, dagli oggetti; si sarebbe detto anche dall'aria che vi circolava.

Il giorno di Natale si avvicinava e ne prendemmo occasione per mostrare la nostra riconoscenza ai Naretti e ad altri che ci andavano usando delle continue gentilezze, invitandoli a passare con noi quelle ore che s'usa in questo giorno riunirsi in famiglia attorno ad una tavola. L'invito è accettato; a noi dunque a disimpegnarci; chè per pranzare, sia bene sia male, ci vogliono fatti e non parole. Ci demmo dunque a girare dalle conoscenze mettendole a contributo per avere piatti, posate, bicchieri, casseruole, tavoli, sedie e tutto quanto l'occorrente. Si decorò una delle nostre camere dipingendone le pareti, a carbone e mattone pesto, cogli stemmi delle nostre principali citt

In quel luogo eravi un altissimo precipizio formato da due pareti rocciose, o in fondo di esse gorgogliava il mare. Era stato gettato un ponte da una parete all'altra; un piccolo ponte di ferro leggero con bassa spalliera.

Cominciava a trovar tutto bello intorno a , come trovava sublime la propria musica, e non avrebbe scambiato le nude pareti della sua cella con la seta ed il velluto d'una reggia.