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Dopo il Cellulare, il Castello e il cubicolo, la quinta camerata dell'ex convento dei frati, dell'ordine di san Domenico, ci parve un paradiso. La percorrevamo in lungo e in largo con delle fiatate di soddisfazione. Finalmente qui si respira! Le pareti erano pulite, imbiancate di fresco, con del verde che girava tutto intorno a un metro d'altezza.

60 Con accoglienza grata il cavalliero fu dai santi alloggiato in una stanza; fu provisto in un'altra al suo destriero di buona biada, che gli fu a bastanza. De' frutti a lui del paradiso diero, di tal sapor, ch'a suo giudicio, sanza scusa non sono i duo primi parenti, se per quei fur poco ubbidienti.

Forse ha preso troppa confidenza colla Chiesa, coi Misteri, col Signore.... E per lavarsene le mani dichiarò alle signore Laner che era giunto il momento di mandare il nipote in Seminario, a Trento. Ma Pierino, entrato in Seminario, invece di trovarsi sulla via che avrebbe dovuto condurlo direttamente in paradiso, si trovò più che mai su quella dell'inferno.

«Che tutti i Santi del Paradiso vi guardinorispose esitando la figlia di Manfredi; «ella è fredda come il marmo di un sepolcro

Prima s'innalza la bandiera del comunismo. Il Fourier e il Saint-Simon promettono il paradiso in terra; d

Egli passava le sue notti a tu per tu con la Vergine o con qualche altro santo del Paradiso in viaggio pel nostro pianeta. Quei celesti touristes s'intrattenevano col prete di ogni sorta di bisogna, delle molestie di casa del detto D. Placido o delle virtù domestiche della regina Teresa.

Ma conveniesi a quella pietra scema che guarda ’l ponte, che Fiorenza fesse vittima ne la sua pace postrema. Con queste genti, e con altre con esse, vid’ io Fiorenza in fatto riposo, che non avea cagione onde piangesse. Con queste genti vid’io glorïoso e giusto il popol suo, tanto che ’l giglio non era ad asta mai posto a ritroso, per divisïon fatto vermiglio». Paradiso · Canto XVII

LUIGI BLANC. Storia della Rivoluzione di Francia, t. II, lib. 3. Giornali del tempo, e segnatamente il Débats. Quali per vetri trasparenti e tersi, Ovver per acque nitide e tranquille Non profonde, che i fondi sien persi, Tornan dei nostri visi le postille Debili , che perla in bianca fronte Non vien men forte alle nostre pupille. Paradiso Canto III.

Risalendo a ritroso dell’acqua giunse alla porta del Paradiso. Picchiò, ma gli venne negato l’accesso. Alessandro ripigliò colla sovrana alterigia del suo focoso carattere: «Apritemi, ch’io sono Alessandro il Grande conquistatore dell’Asia»

SANTI F.: In Valle di Cogne, ecc., con appunti botanici, nella «Rivista Mensile del C. A. I.» vol. XV num. 3. In altra pubblicazione daremo gli schizzi particolareggiati di tutti i segnali eseguiti e visuali adottate, allorquando avremo maggior copia di materiale raccolto. BOBBA G.: Attorno al Gran Paradiso, nel "Boll. C. A. I." vol. XXVIII, pag. 218.