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Allorchè si credè abbastanza forte per sentir Giovanni, lo mandò a cercare; egli non potè dare nessuno schiarimento. Essa gli fece forti rimproveri per aver tirato a palla, ed ordinò di fare esatte ricerche per iscoprire chi fosse il ferito, ma indarno. Più essa vi riflettea, e più convincevasi che fosse Valancourt.

Ma le scosse del convoglio, i trapassi faticosi dal carro dell'ambulanza di campo al convoglio, nella stazione di Desenzano, e dal convoglio a un altro carro d'ambulanza, nella stazione di Brescia, non erano fatti per ridar le forze ad un uomo, che aveva una palla in un braccio, l'osso dell'omero scheggiato, fors'anche spezzato, e una febbre da leoni per giunta.

Il ragazzo guardò a destra. Poi disse: Vicino al cimitero, tra gli alberi, c'è qualche cosa che luccica. Paiono baionette. Vedi gente? No. In quel momento un fischio di palla acutissimo passò alto per l'aria e andò a morire lontano dietro alla casa. Scendi, ragazzo! gridò l'ufficiale. T'han visto. Non voglio altro. Vien giù. Io non ho paura, rispose il ragazzo.

Conforti reciproci, incoraggiamenti non mancavano certo in quelle file che decimava la morte. I Prussiani avevano fatto delle feritoie in un muro difaccia e con tutta la sicurezza possibile miravano come se fossero al bersaglio. Nella prima mezz'ora, Squaglia ebbe una palla in bocca che poco dopo lo rese cadavere.

Come sono contento! S'alzò in punta dei piedi e diede un bacio a Maria. Mario uscì correndo e saltando, si mise a giocare alla palla coi libri, e fermatosi davanti alla turba dei suoi fratelli disse: Non mi chiedete nulla? Dalla tua allegria si direbbe che è andato bene.

Arrivato in cima, stava per morire dalla stanchezza!...» Non so più chi osservò: «Quando si affronta una situazione, si ha il dovere di subirne le conseguenze.» «Non dico il contrario rispose lentamente il Vialli, studiando se gli convenisse di tirare la sua palla sulla bianca o sulla rossa.

Lui, defatti, se mésse in diffidenza; E fece: dice, qui p'er vicinato Se sente un po' de puzza d'abbruciato... Ma fresca! dice, qui ce vo' prudenza. Defatti tornò su da su' eccellenza, Je fece: Be', cos'hanno combinato? Eh, dice, sa? l'affare è un po' impicciato, Ripassi un' antra vorta, abbia pazienza. Ma lui pensò: ma qui giocamo a palla! Ma qui me vonno mette' ner canestro! Ma sai che nova c'è?

Due volte vedova una per la mano di Dio, un'altra per amore d'Italia. Due di questi figli muoiono sul campo di battaglia. Il terzo riceve una palla alla testa; il quarto, il deputato Benedetto, è ferito alla gamba, alla mano, al petto.... e ferito per tutta la vita. La madre porta un lutto eterno nell'anima; i figli, l'eterno sovvenire della redenzione della patria.

Cozzo che non s'è mai presentato che al momento del pericolo e nel pericolo sempre tra i primi, io l'ho veduto a Caserta morente col petto rotto da una palla borbonica e baciai cogli occhi umidi quella fronte d'angelo! Egli sorrise vedendomi d'un sorriso che terrò scolpito nell'anima fino alla morte e pronunciò le ultime solenni parole: «Io sono felice d'aver dato la vita al mio paese!».

Il nubiano fece un salto gigantesco gettando un ruggito di dolore e cadde a terra con una gamba spezzata da una palla. Prima che potesse risollevarsi o porsi sulla difensiva, Omar gli ruinava addosso coll'jatagan in pugno. Guardami in volto, Takir! gli urlò agli orecchi lo schiavo di Abd-el-Kerim. Omar! esclamò con profondo terrore il nubiano.