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Pallavicino era prodittatore a Napoli ne' tempi da noi descritti. Egli è pieno di capacit

E, per conoscere questo, bisogna avertire prima di che robbe tiene bisogno Napoli da fuora, o siano necessarie o commode o dilettevoli agli uomini di Regno, e considerar bene a che somma possano ascendere e che con effetto ci vengono, perché bisogna necessariamente ponerle per esito: altrimente non occorre ponere per introito le robbe che si estraeno, ché saria giudicare una istessa cosa diversamente.

Il Vicario aveva posto amore a Marzio: gli voleva proprio un bene dell'anima per molte ragioni, una migliore dell'altra: per lui contava potersi presentare trionfalmente al Vicerè; per lui ricuperarne la smarrita grazia; per lui dare la spinta all'odiato Collaterale; per lui dimostrare la molta sufficienza sua; per lui trattenere il popolo nello spettacolo sempre gradito di una tragedia criminale; per lui somministrare subietto a far parlare di se tutto Napoli almeno tre giorni continui; per lui, finalmente, ottenere un ciondolo all'occhiello, ed aumento di paga.

Si custodiscan bene le corazze e gli archi d'osso dei Saraceni che sono stati al nostro esercito, e si aspetti la nuova impresaNel r. archivio di Napoli, reg. 1283, A, fog. 161, a t.

¹ Vittorio Pica, L'Arte europea a Venezia, Napoli, Pierro 1896, pag. 87.

Ma è mestieri far visitar l'atto dal sotto-intendente, onde legalizzare la firma del sindaco, ciò che io farò pure; poi dall'intendente, onde legalizzare la firma del sotto-intendente; infine dal ministro dell'interno a Napoli per legalizzare quella dell'intendente; e se voi dovete far uso di quest'atto all'estero, perchè desso sia autentico, bisogna farla vistare altresì dal ministro degli affari stranieri e dall'ambasciatore.

NARTICOFORO. Igitur, ergo, dunque col mio solo figliuolo si potevano far queste nozze? PANURGO. Voi non sapete che voglia inferire? NARTICOFORO. Nol posso ariolare, se non lo dite prima. PANURGO. Dico che mi dispiace che siate venuto in Napoli, non potendosi piú effettuare questo matrimonio. NARTICOFORO. La cagione?

LAMPRIDIO.... Ah Mastica Mastica, non senza cagione volevi che non fossi venuto a Napoli, accioché non vedessi che mi tradivi; della tua infedeltá non devo punto maravegliarmi, perché hai fatto da quel che sei! Ma io mi masticherò questo tuo core.

È l'ultimo grado del crepuscolo; un raggio mestissimo si diffonde lungo i lidi fiorenti di Napoli. Le vette dei monti Tifata, Vesuvio, e degli Appennini che lo ricingono da un lato, ardono di luce vermiglia, che a mano a mano degradando nelle montagne più lontane si smarrisce nel buio della notte sorvegnente, come il tempo si confonde nella eternit

E per tanto scempio, prima non permesso, poi voluto dalla Corte di Napoli, si sono spesi centomila scudi, ed altrettanti se ne ritengono ancora necessarî alla interna decorazione, nella quale neppure un arco venerando sar