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Ibid., fog. 121. Altro del 1 maggio, dato anche di Napoli, perchè si consegnassero 20 migliaia di quadrella di due piedi e 40 migliaia d'un piede, per uso della flotta. Ibid. fog. 113 a t. E al medesimo effetto parecchi altri diplomi che tralascio per brevit

Ibid., fog. 8, a t. Diploma dato di Brindisi a 5 settembre tredicesima Ind. . È una circolare ai giustizieri perchè prendan moneta per ogni verso, e subito la mandino al re, pei suoi ardua et immensa negotia. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 6. Diploma dato di Brindisi il 15 settembre tredicesima Ind.

MITIETO vecchio servo di Arreotimo CINTIA giovane innamorata sotto abito di maschio Balia di Lidia AMASIO giovane sotto abito di donna PEDOFILO padre di Amasio SINESIO vecchio padre di Erasto e di Lidia LIDIA innamorata ERASTO innamorato DULONE servo di Erasto Capitano Balia di Cintia ARREOTIMO padre di Cintia. La favola si rappresenta in Napoli. MITIETO vecchio, CINTIA sotto abito di maschio.

Moltissimi altri se ne trovano ne' registri del detto archivio di Napoli. Veggasi la nota in principio del presente capitolo sulla esorbitanza de' dritti feudali di Francia al paragon de' nostri in que' tempi; e Vivenzio, Storia del regno di Napoli, tom. II, pag. 12 e 13.

Io son per proporvi un partito. RONCA. Ecci guadagno? ALBUMAZAR. Per altro non m'affatico. RONCA. Eccoci pronti, o piú pazzi e piú bestie che mai! ALBUMAZAR. Appena giunsi qui in Napoli, che fui richiesto da uno certo Pandolfo, vecchio ricco di danari e mobili di casa, che sta innamorato; ché se l'etá gli scema il cervello, l'amor gli lo toglie in tutto.

Un altro del 17 giugno 1284, dato anco di Napoli, provvide in particolare all'amministrazione dei beni di Raynaldo Gaulardo miles preso col principe di Salerno, reg. segn. 1291, A, fog. 4. Un altro del 21 giugno dello stesso anno 1284, nel medesimo registro 1291, A, fog. 21, accordò dei sussidi alle mogli de' prigioni, Rinaldo Galard, Iacopo de Brusson e Guglielmo Estendard.

La seguente è una partecipazione di due signoroni, l’uno forse congiunto, o tutore della sposa, l’altro sposo: IL PRINCIPE DI MONTELEONE ED IL PRINCIPE MARCHESE DI GIARRATANA NELL’ATTO DI RIVERIRLA DIVOTAMENTE LE PARTECIPANO IL CONCHIUSO MATRIMONIO TRA D.A FELICE DI NAPOLI, E NASELLI, FIGLIA DEL SIG. PRINCIPE DI RESUTTANO ED IL SUDETTO PRINCIPE MARCHESE DI GIARRATANA, E SI RESTANO ALLA DI LEI UBBIDIENZA.

C'erano fra gli altri il conte di Squirace, il marchese di Trapani, e parlavano in quel punto con l'avvocato del duca, fra i più reputati di Napoli, Maurizio Cotella. Marchese, diceva il conte di Squirace, siete molto inquieto....

Essi avrebbero voluto impacchettare la casa e darle le ali, come la santa casa di Loreto. Bambina, figlia mia, non obbliare le mie pantofole. Potrei aver la gotta. Avrò forse a camminar tanto in quella Napoli e rientrerò co' piedi ammalati. Fratello, bisogna portar con noi la piletta ad acqua santa, che era al capezzale di nostra madre! è rotta e ricollata.

Tutti i Vicerè fecero a gara nell’attingere alla cassa civica accampando diritti di regalie o di compensi, o diritti trasformati; e gli Atti del Comune rivelano come la tanto vantata correttezza del Marchese di Villamajna non avesse trattenuto il Vicerè Caracciolo dall’imporre al Senato il pagamento di settant’onze per franchigia di cinquanta botti di vino e di trenta quintali d’orzo, per rifarsi del danno che a lui proveniva dal nuovo dazio imposto dal Comune in surrogazione del jus proibitivo dei fornai¹⁵¹. E quando questo Catone in ritardo, deposto l’occhialino col quale stava perpetuamente a guardare chi passasse e che cosa si facesse nel piano del Palazzo, recavasi a Napoli, ritornando portava in tasca un regio dispaccio che imponeva al Senato il pagamento delle franchigie spettantigli nei mesi d’assenza¹⁵².