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Perchè, lasciando i molti armamenti navali citati in questo capitolo, pag. 85, nota 2, che possono anche parer troppi, considerate le poche forze che in fatto andarono in Asia, leggiamo evidentemente ciò che ho detto nel testo, in due diplomi, l'un del 13 marzo sesta Ind. 1278, e l'altro del 6 agosto medesimo anno, r. arch. di Napoli, reg. di Carlo I segnato 1268, A, fog. 95 e 89.

Epistola di re Carlo a papa Martino, data di Napoli il 9 giugno 1284, in Testa, Vita di Federigo II di Sicilia, docum. 2, ove leggesi: Nonnulli leves et viles contumaci crassantia excessissent, etc. Memoriale de' podest

Raynald, Ann. ecc. 1269, §. 4. Saba Malaspina, cont., loc. cit., pag. 336. D'Esclot, cap. 64. E i diplomi accennati nel catalogo delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. I, pag. 98, nota 4. In un altro diploma del medesimo archivio segnato 1268, A, fog. 152, dato il 8 maggio 1278, si legge un Eustasio capitan generale di Carlo in Acaia.

Sta bene, ruggì il commissario sconcertato. Fra quindici giorni, a mezzodì, voi avrete lasciato Napoli. Se no, voi avrete a fare con me. Don Diego uscì. Gli era troppo: si sentì piegare sotto il peso.

Ma vi vuol altro: l'affare era arduo per i grassi ministri di Dio! E perciò il nostro settario di S. Ignazio, maledicendo alla codardia dei ben pasciuti coccodrilli, recossi al campo del re di Napoli.

Il Triumvirato poi fra i due partiti o di richiamare tutte le milizie a Roma, o di spingerle tutte contro Napoli e' si apprese ad un terzo e fu il peggiore, le scisse in due senza saperne il perchè.

Ma non trovava l'ebrezza che sognava; il gaudio che sospirava. Dovunque gli si presentava la nausea. Ed allora decise di recarsi a Napoli.

Il rovescio toccato alla camorra e quindi ai borboni clericali nell'osteria della bella Giovanna, sventò la grande congiura della parte a noi avversa in Napoli e salvò forse la causa d'Italia, gi

Giunse quindi un giorno la novella che a Napoli i cristiani morivano in gran numero. E al nome di Napoli, di quel gran reame lontano dove Ggiuanne senza pahure un trovò fortuna, le immaginazioni si accendevano. Sopravvennero le vendemmie.

Vi rammentate che, anni or sono, corse voce che egli era morto in Egitto.... Poi tornò in Napoli.... Suo padre dette fondo al patrimonio di famiglia con le più bizzarre dissipazioni. Ma ebbe una virtù: benchè nobile, si consacrò al più umile lavoro.