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E il principe religioso e austero si fa sordo a' richiami; e fieramente ributta chi si lagni di villania, di rapina, di mortal ferita: dolenti vanno a lui i sudditi e dolentissimi sen tornano, quando in pena della temerit

Solo il mortal, benchè ogni senso sbrame, E si sforzi a letizia, ode una voce Che in cor gli grida: L'ore tue son grame! Sempre muta pensier, sempre lo cuoce Uopo sfrenato di scïenza o possa, Sempre una spina a sue calcagna nuoce. Solo fra gli animali ei pur dall'ossa De' cari estinti aspetta vita, e crede Sovrastar gioie e danni oltre alla fossa.

colmo Araspe di soverchio ardire Porgea consiglio e su la guancia sparto Egli avea fiamme; indi secondo a dire Con tranquillo parlar sorse Giassarte: Se di mortal guerriero orgogli ed ire, E di battaglie esperienza ed arte Ne chiudesse a vittoria oggi la strada, Io vorrei l'asta ed adoprar la spada.

Render solea quel chiostro a questi cieli fertilemente; e ora e` fatto vano, si` che tosto convien che si riveli. In quel loco fu' io Pietro Damiano, e Pietro Peccator fu' ne la casa di Nostra Donna in sul lito adriano. Poca vita mortal m'era rimasa, quando fui chiesto e tratto a quel cappello, che pur di male in peggio si travasa.

Ma quell’ alma nel ciel che più si schiara, quel serafin che ’n Dio più l’occhio ha fisso, a la dimanda tua non satisfara, però che s’innoltra ne lo abisso de l’etterno statuto quel che chiedi, che da ogne creata vista è scisso. E al mondo mortal, quando tu riedi, questo rapporta, che non presumma a tanto segno più mover li piedi.

<<Leva la testa e fa che t'assicuri: che cio` che vien qua su` del mortal mondo, convien ch'ai nostri raggi si maturi>>. Questo conforto del foco secondo mi venne; ond'io levai li occhi a' monti che li 'ncurvaron pria col troppo pondo. <<Poi che per grazia vuol che tu t'affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l'aula piu` secreta co' suoi conti,

E quegli a lui vicino: Rodi era omai d'ogni suo stato incerta, Quando ecco apparve il cavalier latino; Non so, se di mortal titolo merta: Rassembra a me guerreggiator divino; Ei di gran sangue ha tutto sparso il piano; E noi le turbe incoraggiamo in vano. Arsace incontra lui cadde primiero, Aperto il fianco di crudel ferita.

Si disse; e de lo scudo alzò l'acciaro; Sferza di gloria a generoso crede Esser può quel metallo; ivi piagaro Cento faretre, e del nemico sdegno Per cento spade è manifesto il segno. Ed ecco alzarsi di più trombe i canti, E nove arme ingombrar l'alta muraglia: Ciò furo squadre, che spingeansi avanti Perchè più forte, e più mortal s'assaglia.

Ed ei la brama, e da l'immobil core Più sempre caldi ne raddoppia i preghi; S'ascolti dunque omai: piaga d'onore L'anima bella dal mortal disleghi. Ei così ferma; e l'infernal furore Lascia, ch'Aletto nel gran fatto impieghi; E l'orrido demon, quando s'accorse De la data balìa, rapido corse.

Dello stesso Spirto gentile in cui chiaramente e ne la mortal parte e ne l'eterna, fiammeggia il sol de la bont