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In Olanda vi sono due scuole di patinamento affatto diverse: la scuola olandese propriamente detta e la scuola frisona, ciascuna delle quali si serve d'una forma particolare di zoccoli. La scuola frisona, che è la più antica, non mira che alla celerit

Giá sono abbattute le cortine e occecati i belovardi, ecco mi dan l'assalto; ahi spada, che mi consigli? ahi Durindana, tu non mi servi a nulla! SQUADRA. Padrone, veggio non so chi in finestra. TRASILOGO. Mira se mi guarda. SQUADRA. Non vi move gli occhi da dosso.

Toglievasi la mira con due traguardi, collocati alle due estremit

GERASTO.... Pur facendo animo a me stesso, innamorato e pesto, come meglio posso, dicendo che calci di stallone non fanno male a giumenta, con maggior rabbia e ardore torno alla battaglia.... SANTINA. Mira come me lo dice onestamente! Taci, taci, vecchiaccio senza vergogna! parti cosa onorevole ragionar di queste sporchezze? GERASTO.... Ascolta, di grazia....

Il 18 marzo Milano iniziava colle barricate le memorande cinque giornate. Mentre gli Austriaci avevano fatto del Broletto la loro cittadella e luogo di macello; mentre dal Castello si prendeva di mira l'italiano che giungeva a tiro al suono delle campane a stormo il popolo impegnava la lotta sotto la direzione di un Comitato di salute, del quale facevano parte Carlo Cattaneo e Enrico Cernuschi.

Ma voi prendete l’esca, che l’amo de l’antico avversaro a vi tira; e però poco val freno o richiamo. Chiamavi ’l cielo e ’ntorno vi si gira, mostrandovi le sue bellezze etterne, e l’occhio vostro pur a terra mira; onde vi batte chi tutto discerne». Purgatorio · Canto XV Quanto tra l’ultimar de l’ora terza e ’l principio del par de la spera che sempre a guisa di fanciullo scherza,

LAMPRIDIO. Mira che passeggiar altiero, mira che bravura! SQUADRA. Lasciatelo andar, padrone, ché alla ciera mi par di buono stomaco. TRASILOGO.... Io gli darò a ber un poco d'acqua di legno, che gli lo sconcierá di sorte che per parecchi giorni non gli verrá voglia di mangiare. Ma será meglio che gli parli prima. Dimmi un poco, conoscimi tu? LAMPRIDIO. Io non ti conosco mi curo di conoscerti.

«Perdonatemi questa disgressione; essa non mira che a significarvi come l'atto creativo venne ancora a parermi necessario. Quest'atto io non ho da vederlo, io non ho da descriverlo, nel linguaggio necessariamente povero, colle immagini necessariamente inadeguate di tutti i sistemi conosciuti. Ho bisogno della legge, come gli stessi materialisti; ma con questa semplice differenza, che essi vogliono la materia intelligente, o capace d'intelligenza, che è infine tutt'uno, e poi suppongono la legge cieca, mentre io immagino cieca la materia e intelligente la legge. D

Ma altiero in sua possanza il Rosso è sopra al vinto e il garrisce amaramente. Vedi, orgoglioso, il tuo Castello è in mio potere: mira, gi

Caro ei l'avrá, se nel punisci; io quindi nol celo. Mira: in questa gemma stava la mia salvezza. Di tua fede in pegno, il delle mortali nozze nostre, tal gemma tu darmi dovevi... NER. Il veggio, l'ultima è questa, e la piú orribil trama, per far che Roma mi abborrisca. Iniquo, tu l'ordisti; ma or ora... POPPEA Alla tua pena ti sottraesti, Ottavia; invan sottrarti speri all'infamia.