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Oggi sono andato fuori, la prima volta dopo tanti giorni, per far qualche visita; lento, a piccoli passi, col mio bastoncino di citt

Ma a provarmi come io avessi contato troppo presto sulla vittoria, e come l'amor proprio sia tale inimico onde è folle cosa sperar la resa al primo scontro, sopravvenne in quel punto Augusto. Il quale, senza un riguardo al mondo al mio imbarazzo, veniva querelandosi e beffandosi a un tempo della nostra mala ventura e ad avvalorare le sue parole, deponeva l'ampio carniere a fianco della sorella.

Lo dolce padre mio, per confortarmi, pur di Beatrice ragionando andava, dicendo: «Li occhi suoi gi

Ed ecco un lustro subito trascorse da tutte parti per la gran foresta, tal che di balenar mi mise in forse. Ma perche' 'l balenar, come vien, resta, e quel, durando, piu` e piu` splendeva, nel mio pensier dicea: 'Che cosa e` questa?. E una melodia dolce correva per l'aere luminoso; onde buon zelo mi fe' riprender l'ardimento d'Eva,

Lo mio maestro disse: questi è Caco Che sotto il sasso di Mont'Aventino Di sangue fecie spesse volte laco

«Ho troncata la mia carriera, ho abbandonato il mio paese che potevo ancora servire, mi sono ridotto in questa terra d'esilio; e tutto ciò è nulla!

L'altra passeggiata fu la più avventurosa ch'io abbia fatta in Olanda. Un mio carissimo amico dell'Aja m'invitò ad andare a desinar con lui in casa d'un suo parente, il quale gli aveva manifestato il cortese desiderio di conoscermi. Domandai all'amico dove il suo parente stava di casa; mi rispose: "Lontano dall'Aja." Domandai da che parte, non me lo volle dire; mi disse di trovarmi la mattina seguente alla stazione della strada ferrata, e mi lasciò. La mattina, ci troviamo alla stazione; l'amico prende i biglietti per Leida; arriviamo a Leida, scendiamo, e invece d'entrare in citt

Seduto vicino, un tenente aviatore romano chiacchierone, gioviale, scherza invita tutti a dividere il suo cestino poi mangia parlando colla signora milanese: Stamattina, ho volato su Peschiera. Fui attaccato da un cacciatore austriaco. Subito l'ho contrattaccato, ma non ho potuto sbatterlo giù. Aveva un motore più forte del mio.

Dammi qui la catena da appendergli all'orologio, disse il ferratore al mozzo. E me la ferrarono all'anello con dei colpi spietati che davano loro piacere. Basta, basta, Signore Iddio! Mi rialzai e prese il mio posto il mio compagno di branca, cioè l'uomo col quale stavo per essere appaiato chi sa per quanti anni.

Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre!». E mentr’ io li cantava cotai note, o ira o coscïenza che ’l mordesse, forte spingava con ambo le piote. I’ credo ben ch’al mio duca piacesse, con contenta labbia sempre attese lo suon de le parole vere espresse.