United States or Myanmar ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ubaldo nel parlare dello scopo della sua visita, disse incidentalmente che sua moglie era partita, era andata a Venezia. Questa notizia bastò a scotere don Pio, a fargli battere il cuore, a mettere un lampo di vita negli occhi spenti. Egli approvò l'invio in Africa del corrispondente e riprese a parlare, mostrò interesse per il giornale, per indurre Ubaldo a trattenersi sperando che riportasse il discorso sull'assente. E ottenne quello che voleva: Ubaldo gli narrò tutte le fasi della malattia di Maria, e sciolse anche questa volta un inno di lode alla sua dolce, alla sua buona e affettuosa compagna. In quel carattere basso l'ammirazione si estrinsecava in una maniera poco elevata; Ubaldo poneva nell'esaltare Maria la vanit

Altri, per lo contrario, sostengono essere obbligata a subire quella operazione, anche con acerbissimi dolori e col pericolo di contrarre una grave malattia, purchè soltanto non sia messa in pericolo la vita; e così ragionano.

Fu questo un segreto martirio della sua vita... ed è per ciò appunto che or ora io ho sospirato.... Chiamatomi a , durante la sua lunga malattia, un giorno ch'egli avea potuto alzarsi e la poltrona su cui si adagiava era stata spinta nel giardino, fra quelle piante, che gli piaceva tanto di rivedere, mi disse: Ti ho gi

Enrico O'Stiary ricevette la notizia della malattia mortale del babbo, quando questi era gi

Da questo stato dell'animo, prodotto alla sua volta da inevitabili condizioni fisiologiche, deriva spesso quella specie di malattia della volont

Roma era salita in virtù della disciplina e della maschiezza del suo popolo; andò a fascio quando l'antico spirito romano sparì. Si pensi alla malattia inveterata della societ

Non so, rispose vagamente, non so. Ascolta, riprese dopo un silenzio penoso, ascoltami, poichè ti dirò quello che non dissi a nessuno. Ti spiegherò quale è il cruccio della mia esistenza; quale è la rovina del mio ideale d'artista. Senti. Per me il sogno di quello che scrivo, è così vero che è come la vita. Attorno a me i miei eroi esistono. In me, con me, per me, esistono le mie donne. Io le evoco, esse vengono. Le ho create io, sono vita mia, forma mia, mi appartengono, mi vogliono bene, lo le amo senza confine, senza misura, con la più cieca passione, io le amo. La mia innamorata non è Rosina che tu conosci, è Fulvia di cui io sono il creatore ed io l'amante. Fulvia figura ideale, più donna per me di Rosina. Io scrivo la loro storia, preso da una emozione che mi affoga, come se narrassi la vita dell'essere che adoro. Scrivo, scrivo, felice, entusiasmato di far sapere al pubblico la loro bellezza ed il loro amore, esaltato all'idea che queste divine creature faranno palpitare altri cuori. Altri come me le ameranno, queste fanciulle celestiali ed amorose, queste donne passionate. Io provo il piacere più profondo che sia dato provare allo spirito umano. Ma quando la loro vita declina, un'angoscia sottile mi vince; io le amo, non posso vederle declinare; quando sono prese dalla malattia per cui debbono morire, io le amo e mi lascio invadere dalla malinconia; quando esse precipitano alla catastrofe in cui debbono perire, io sono assalito dalla disperazione, perchè le amo. Poi, dovrebbero morire, mentre io le amo. Io, che le amo, dovrei ucciderle. Brevemente o lungamente dovrei descrivere la loro agonia e poi ammazzarle. Non posso. Il cuore mi si strazia e non posso. Mi par di uccidere, a tradimento, una persona viva e sana; mi pare di affogare, in un cantuccio oscuro, una donna senza difesa: mi pare di scannare, di notte, un bambino. Non posso ucciderle. Perchè dovrei uccidere l'amante che è bella, che è buona, che non m'ha tradito? Io non posso. Ho orrore di me e non posso. Aspetto, penso, rifletto, mi torturo. L'arte mi dice: Fulvia deve morire. Ed io le grido, piangendo: Non voglio che essa muoia! L'arte mi dice: Uccidila. Ed io mi consumo di dolore, gridando: Non posso, perchè l'amo. Io aspetto: aspettazione tormentosa. Nulla appare. Allora io salvo la mia creatura agonizzante nel modo meno artistico, più volgare che sia. Ella vive, io moro. Non è ridicolo ciò? Ma è straziante. Queste adorate figure che io non so uccidere, uccidono in me tutto: la felicit

Quasi tutti quelli che escono da una grande malattia si sentono come attratti verso il loro passato, verso le persone, verso gli affetti della prima giovinezza. Così l'albero investito dal turbine sente le sue radici.

Non ho fatto alcun bene, dissi nuovamente. Ero preso da quella specie di malattia della volont

Io credo che niente potrebbe meglio guarire questa malattia dell'arte moderna quanto lo studio spassionato e accurato di quel che v'ha ancora nella nostra societ