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Gli occhi d’Ugo, poi ch’ebbero avidamente contemplata quella scena stupenda di orrore notturno, corsero di muro in muro, di bastione in bastione, fino alla torre più in fondo, dalla parte del burrone, la torre del Negromante, che mostrava tratto tratto alla luce del temporale la sua alta merlatura e le sue svelte bertesche.

La sua voce di solito velata, nella lentezza dolce degli intimi colloqui aveva seduzioni tenere, occulte, e quando si levava il pince-nez, gli occhi bigi, un po' loschi e stanchi dietro le lenti, si ravvivavano di un lampo di luce, e avevano bagliori e carezze misteriose. Anche per Evelina, come per Nora, l'unico pensiero era di andarsene da quella casa e di "mettersi a posto".

A sinistra s'incontra lo stabilimento idroterapico di Cossilla, un bianco fabbricato tutto ad archi acuti soprapposti, elegante, tale che l'immaginazione dentro ci gioca, cercando l'insidia degli sprazzi d'acqua, e, forse più, degli sprazzi di luce de' begli occhi.

Girani si arrampicava su quella cima vicino a quella pianta, ed ivi a lungo si stava a contemplare Nebiolo: spingeva l'avido sguardo a ricercare fra quelle fronde e quei tugurj la cara luce de' suoi focosi pensieri, e sovente la dimandò come passero solitario che va nel bosco in traccia della compagna.

«, Monsignore. La mia vita è immagine di questa giornata, luce il mattino, tenebra a vespro: questo giorno terminer

Poi che ciascuno fu tornato ne lo punto del cerchio in che avanti s’era, fermossi, come a candellier candelo. E io senti’ dentro a quella lumera che pria m’avea parlato, sorridendo incominciar, faccendosi più mera: «Così com’ io del suo raggio resplendo, , riguardando ne la luce etterna, li tuoi pensieri onde cagioni apprendo.

Forse per aver più tempo di stare all'osteria e consumare i vostri risparmi? Lasciate chiedere diminuzione di orario a quelli operai che sono infelici davvero, destinati a lavorare nelle miniere, senz'aria, senza luce, esposti ad ogni istante a mille pericoli.

Parve che una luce si spargesse sul suo volto e che tutta la sua figura s'irradiasse. Stette immobile per qualche minuto, assorta, incantata, con un sorriso d'estatica compiacenza. Poi, d'improvviso, si voltò e attraversando con passo deciso i gruppi di persone che guardavano un poco attoniti, si diresse verso le sue stanze. Giunse al gabinetto degli specchi.

vid’ i’ sopra migliaia di lucerne un sol che tutte quante l’accendea, come fa ’l nostro le viste superne; e per la viva luce trasparea la lucente sustanza tanto chiara nel viso mio, che non la sostenea. Oh Bëatrice, dolce guida e cara! Ella mi disse: «Quel che ti sobranza è virtù da cui nulla si ripara.

Non perdette di vista la villa fin che si accesero i lumi alle finestre; in una di queste la luce non si moveva mai, ed era sicuramente la camera di Cristina inferma. E di che male era inferma la creatura adorata?