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La povera biondina sulla soglia del castello era ricaduta, per la seconda volta priva di sensi. Venne portata in una elegante cameretta il cui recente assetto dava a vedere che l'ospite gentile non era punto inaspettato.

Il Sant'Angelo volle accompagnare l'ospite fino al carrozzino e poichè egli vi fu salito accanto al fattore Beppo, che in quel frattempo s'era rinfrescato il becco con un buon bicchierone di vino preparatogli dalla Vige sotto la pergola, rimase a lungo sulla spianata dinanzi alla casa finchè il veicolo si perdette tra il verde della campagna alla girata del colle.

L'ospite nostra ci ragguagliò su certe prodezze che avevano commesso i soldati di re Guglielmo nella prima occupazione della citt

O fanciulla dei Guerri, come foste felice quella sera anche voi, vedendo così lieto l'ospite del vostro buon padre! Da parecchi giorni egli non lo era più, e la cosa vi aveva profondamente turbata. Una sua parola acerba era venuta ad illuminarvi la mente; ma che ne potevate voi, se in casa di vostro padre c'era un ospite di troppo? Del resto, ilare come allora, il conte Gino Malatesti non lo era stato mai, dacchè il destino lo aveva sbalestrato alle Vaie. Sempre, anche nelle ore più confidenti, una piccola nube gli oscurava la fronte, e dietro a quella nube s'indovinava un triste pensiero appiattato: forse la sua citt

Un servo li fece entrare subito in una sala, ove per solito si tratteneva donna Elvira. Ella si alzò premurosamente, onde ricevere l'ospite, che le conduceva suo zio. Bruna, vivace, graziosa, donna Elvira piaceva subito, quantunque non bellissima; ed il suo amabile sorriso, la sua voce argentina facevano non si avesse quasi il tempo di notare ciò che eravi di poco corretto ne' suoi tratti.

cogliendo un ramoscello o un gran fiore scarlatto da li argini selvaggi. Quando a terra posava ella il suo piè ducale, la selva fluviale tutta in fiore cantava. Saliva il nuziale inno a l'ospite flava; e a 'l tuono era la cava selva una catedrale. Io, piegando i ginocchi, dicea: Bionda signora, un servo, ecco, si prostra. Ella chinava li occhi, bella come l'aurora, e dicea: Sono vostra.

La padrona, vedendo che l'ospite trentino non si faceva vivo per il conto, glielo aveva fatto trovare in camera, sotto il calamaio. Lui, s'intende! aveva finto di non vederlo. Ma la sera lo trovò sul tavolino accanto al letto, spiegato sotto il candeliere; e il secondo giorno disteso, diritto, sulla padellina di cristallo, appoggiato alla candela. E d'ora in ora, quella faccia della padrona, gi

Le maestre di cerimonie presentarono l'ospite ghermito al maestro di palazzo di quel barone, il qual maestro di palazzo sedeva appositamente avanti la porta della tenda onde dar provvidenze e comandi, assegnar posti, distribuir danaro ai sott'uffiziali della casa, affinchè niuno rimanesse dimenticato.

Il signor Francesco, dopo i complimenti consueti, introdusse l'ospite nella camera a lui assegnata. Era piccola, o, per dir meglio, appariva piccola a chi veniva allora da quella gran sala, ma c'era tutto il necessario per viverci bene. Il letto era a baldacchino, con le sue brave cortine di damasco, e il conte Gino osservò che aveva sul copertoio un grosso e soffice cuscino di piume.

Anche il signor Francesco Guerri fu molto cortese con l'ospite, anch'egli sfuggì l'occasione di sapere chi fosse. Evidentemente, quello era un uso di lassù: forma di galateo montanaro che non è senza grazia, sebbene non vada esente da qualche piccolo guaio. Sapere chi si accoglie, lo riconosco ancor io, non salva sempre il padrone di casa dal pericolo di farsi portar via le posate; ma è chiaro che dove c'è l'uso di accoglier tutti con eguale cordialit