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De' quali di tempo in tempo, e d'uno in altro discendendo, tra gli altri nacque e visse uno cavaliere per arme e per senno ragguardevole e valoroso, il cui nome fu Cacciaguida; al quale nella sua giovanezza fu data da' suo' maggior per isposa una donzella nata degli Aldighieri di Ferrara, cosí per bellezza e per costumi, come per nobiltá di sangue pregiata, con la quale piú anni visse, e di lei generò piú figliuoli.

«Chi mai poteva sospettare che il figlio del Visconti dovesse chiedere in isposa la figlia dell'ammiraglio?» «Oh parliamo di Candia; ma taciamo di questo fatto.» «E fu strano in vero.» «Più doloroso che strano.» «Chi avrebbe mai creduto che la notte in cui tanto sfolgoreggiò la sua bellezza nelle sale dei Mocenigo, quella sarebbe stata l'ultima volta che noi l'avremmo veduta

In quel vortice essa vedeva turbinarle intorno ora Enrico, ora il Marchese, ora il Rinaldini, che allungavano le braccia verso di lei, come se volessero rapirla.... Due uomini a un tempo l'avevano chiesta in isposa, e un terzo, senza aver fatta la stessa domanda, l'amava, l'adorava, e lei amava lui....

Ogni madre sarebbe stata lieta ed orgogliosa di concedere in isposa la propria figlia al conte Della Valle... e lei no? Perchè?... perchè essa lo amava? perchè il Della Valle era il suo amore segreto? Ma ciò essa non poteva, non doveva dirlo ad alcuno! E così, colpevole come donna, colpevole come moglie, si sarebbe fatta colpevole anche come madre, sacrificando a quel suo amore, l'avvenire e la felicit

Solo per la molta stima che avevan per l’Adimari, degno erede di quel Bellincion Berti, figlio di Berto Adimari e padre della bella Gualdrada, da Ottone il grande data in isposa al conte Guido da Poppi; poi perchè da lui invitati, quasi a un comando vi s’eran raccolti; tacitamente lo riconobbero come lor condottiero.

Dite, signore, e voi, dopo il giudizio di Minerva, avreste data la vostra figliuola in isposa ad Oreste? Parlatemi in coscienza... talenterebbero a voi le nozze di un vostro figlio con nuora parricida?

Ella certissimo si crede che sia Cintio: io ho fatto il male, altri ne ará la penitenza. Io non trovo altro rimedio al mio male che andarmene a mio padre e narrargli il successo chi mi desia vivo mi faccia aver Lidia per isposa, ché è impossibile che viver possa senza lei; so che m'ama e cercherá darmi sodisfazione. CINTIA. Vita mia, andate in buon'ora e ricordatevi di chi v'ama.

PEDOFILO. So che piú volte m'avete chiesta Amasia per isposa di vostro figliuolo; e perché me la chiedevate con grande istanza, stimo che avevate prima giudicato tra voi e me non esservi molta disaguaglianza di nobiltade o di ricchezza. SINESIO. Cosí ho sempre stimato certo.

Ma tacque un poco, aspettando il pentimento. Cristina non respirava più. Dimmela, balbettò con un fil di voce. Gli ho chiesto... te... in isposa... ed egli mi ha risposto: no. Cattivo babbo! scappò detto alla creatura ingenua; e diè in un pianto dirotto. Giusto, a cui da poco in qua sembrava di sognare, a questo punto del suo sogno si svegliò in paradiso.

CAPITANO. Ti mostravi assai schivo di darmi tua figlia per isposa, che non l'accetterei per una fante di cucina: io te la renunzio ancorché sapessi che per me ne avesse a crepar di martello. Adio. PEDOFILO. Va' va'. ERASTO. Ma ecco la balia di Cintio, viene a tempo: questa è pur stata mezana de' nostri amori. BALIA di Cintia, ERASTO, PEDOFILO. ERASTO. Balia balia, vien qui per amor mio!