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Non dormiva più, faceva cattive digestioni: poi finì col consolarsi pensando che anche Nora doveva ben immaginare che lui non avrebbe potuto mai sposarla, nemmeno per sogno!... Eppure essa portava sempre i suoi fiori.... e gli stringeva le mani in un certo modo.... lo guardava, lo guardava....

Entrai, diceva col suo vocione pieno, sonoro, e colorito dall'enfasi, messo in ùzzolo dalla persona con cui parlava entrai nella catapecchia... Se avessero veduto!... Il vecchio livido, con le labbra schiumanti, la barba e i capelli giallognoli, gli occhi stralunati, le mani scarne, tese come artigli sul lenzuolo più nero che bianco... era quasi in agonia... Appena mi vide, la sua fisonomia prese un'espressione spaventevole.... Mi sentii agghiacciare dal modo con cui mi guardava quel moribondo... E restai perplesso, immobile, come se i miei piedi non potessero più staccarsi dal pavimento... Nella stamberguccia si trovavano altre persone. Una vecchia cieca, che borbottava certe preghiere in una lingua indiavolata... un vecchio zoppo, che scattava qua e l

A un tratto, vicino alle prime case di Sesto, sentirono che Aldo frenava subitamente, e si sporsero per vederne la ragione. A pochi metri davanti a loro, in mezzo alla via, due donne e un uomo si dibattevano, avvinghiati, ansanti, mentre un gruppo di bambini li guardava spaventati da una porta. Il nodo umano si contorceva in sinistro silenzio.

Il brio di Cavignì parea al contrario scemato: guardava Verrezzi, cui aveva stentato molto a contenere fin allora, e che voleva sempre manifestare a Montoni gli ultimi insulti del conte.

Così la goletta aveva fieramente spiegato sui flutti la bandiera bianca con l'asinello riottoso, di cui Bruno guardava di tanto in tanto la groppa, pensando alla forza di quei calci gagliardi. Ebbene? gli disse Nicla stringendogli la mano. Non mi dici nulla? E lo fece salire nella lancia; poi gli sedette accanto sui cuscini bianchi dai bottoni rossi e prese tra le mani i fiocchi del timone.

Chi è? chi è? chi è? presi a dire con furia, colla voce affogata nei singhiozzi, mentre colla mano scendevo a cercare nella tasca di dietro un arlecchino rosso coi campanelli. Chi è questa signorina? E lei mi guardava cogli occhi larghi e curiosi come fanno tutti i bambini.

Sempre seduta nella poltroncina con le braccia conserte e il dorso poggiato a la spalliera, Lucia guardava e sentiva con malata indifferenza.

Roberto era riguardato come un oggetto di meraviglia; lo palpavano, lo interrogavano per accertarsi che fosse lui: circondavano il fanciullo, che li guardava esterrefatto. I medici non vollero che il fanciullo fosse subito mostrato a' genitori. Una gioia improvvisa, nello stato d'animo in cui si trovavano, poteva ucciderli.

A questa buffonata, tutta quella gente, ch'era solita a desinare, si metteva a ridere e a batter le mani; anche il povero Quintino, per continuare il giuoco, faceva allora delle smorfie e dei lazzi comicissimi, ma mentre colle mani suonava il tamburone sulla pancia vuota, egli guardava cogli occhi pieni di compassione e di lamenti il suo fido compagno di glorie.... e di digiuni.

Giacchè egli diventava più triste, a ogni nuovo colloquio e la mia anima si gelava. Talvolta, lo sorprendevo che mi guardava con ansiet