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ché, se l’antiveder qui non m’inganna, prima fien triste che le guance impeli colui che mo si consola con nanna. Deh, frate, or fa che più non mi ti celi! vedi che non pur io, ma questa gente tutta rimira l

Le terribili parole barbare misero un’ambascia suprema nelli animi; e le guance floride di Donna Letizia in un momento impallidirono.

Accesero le pipe, appoggiarono i gomiti sul deschetto, le guance nelle palme, e restarono a guardarsi, cacciando gran boccate di fumo.

E io a loro: <<I' fui nato e cresciuto sovra 'l bel fiume d'Arno a la gran villa, e son col corpo ch'i' ho sempre avuto. Ma voi chi siete, a cui tanto distilla quant'i' veggio dolor giu` per le guance? e che pena e` in voi che si` sfavilla?>>. E l'un rispuose a me: <<Le cappe rance son di piombo si` grosse, che li pesi fan cosi` cigolar le lor bilance.

Ah! io incresco a tutti, e a me stessa.... Chi è che piange? Gismonda, dimmi, chi piange?» «La madre vostra.» «Perchè?» «Voi avete desiderato di non averla avuta per madre.» «Io ho detto questo?... Ioesclamò Yole: e il rimorso dell'anima gentile le ricondusse su le guance i colori del pudore. «Sciagurata!

Loreta, a malgrado avessero tentato ogni mezzo per ricondurre il calore alle sue membra irrigidite, pareva scossa continuamente da un brivido di freddo: chiusi sempre gli occhi, mentre giù per le guance livide scendevano sempre le lagrime, ella, col capo bruno affondato ne' guanciali, rimaneva immobile, senza conoscenza.

Ella rideva mentre parlava, rideva con un riso fresco, giovane, sonante, e le fossette delle sue guance si facevano più profonde e più tentatrici. .... dodici ore, sar

Le lagrime corsero più volte agli occhi della regina; di lagrime, per tutto il tempo che durò la modulata preghiera, si mostrarono rigate le guance del navigatore Genovese. Finito il canto si levarono tutti, e incominciò la sfilata.

Sentirai la nostalgia del mare anche tu aveva detto il tenente Maurizio al marinaio Susini. Per intanto, non doveva sentirla lui così presto. L'aria fine dei monti natali carezzava le guance del viaggiatore, ancora dorate dai soli africani. Quante balze conosciute gli occhieggiavano dall'alto, lungo la via serpeggiante! Le eriche, i pini, i ginepri, i roveri, i lecci, tutti conosceva Maurizio, a tutti sorrideva, come ad una brigata di vecchi amici, ritrovati dopo tanti anni di assenza. Ad una certa voltata ci doveva essere una macchia di fr

ché, se l’antiveder qui non m’inganna, prima fien triste che le guance impeli colui che mo si consola con nanna. Deh, frate, or fa che più non mi ti celi! vedi che non pur io, ma questa gente tutta rimira l