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Dico deposti, non spenti, chè guai se, prevedendo il futuro, taluno le avesse detto: Verr

Uno dei guai (che nello stesso tempo è un elevato piacere) a cui difficilmente possono sottrarsi coloro che si occupano d'arte letteraria, è la perdita della ingenuit

«Guai, se svegliandosi da quel sonno artifiziale che è il prodotto dei vostri narcotici, il popolo si accorger

E come li stornei ne portan l'ali nel freddo tempo, a schiera larga e piena, cosi` quel fiato li spiriti mali di qua, di la`, di giu`, di su` li mena; nulla speranza li conforta mai, non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di se' lunga riga, cosi` vid'io venir, traendo guai,

Guai a coloro che seguono la luce belante della luna e i lamentevoli clarini delle mandre, e i flauti amari dei pastori, che perdono vìa per l'azzurro i lunghissimi filamenti dei loro suoni nostalgici! Guai a coloro che rifiutarono d'accordare il galoppo del loro sangue al galoppo del mio, devastere.

Per quai sequele di misfatti orrende Scritte nel libro degli eterni guai, Dove cancellatrice più non scende Del sangue di Gesù stilla giammai, Un mortifero bronzo oggi egli prende, E d'empia gioia brillano i suoi rai? A' rei socii sorride, esce del chiostro, E l'arme sotto il manto asconde il mostro. ! del truce delitto ei socii avea! Ed appunto i supremi del convento!

Elisenda sclamò: Guai a me se si spegne! Il giovanetto s'accorse allora che tutto intorno all'estremo del cero girava una grossa lista di pergamena. La distaccò per prolungare così d'un minuto la vita alla fiamma. La pergamena era piena di simboli sacri, di formule cattoliche che s'insertavano bizzarramente a molti caratteri orientali.

Seppi però dominarmi, o almeno il credetti, poichè tu mi dici che il segreto periglioso mi scappò pure dalle labbra. Ora non se ne parli più. Fu un momento d'aberrazione che con molte lagrime ho pianto poi; fu una colpa che di pena terribile ho pagata. Non se ne parli più, e guai, Alberada, guai a te, guai a colui cui questo tristo segreto fosse svelato.

PANDOLFO. Il malanno che ti venga! io vorrei che tu mi alleggerissi e non mi aggravassi i miei guai. Per che ti dissi al principio che tu hai sempre avuto dell'asino. CRICCA. Se ho avuto dell'asino in consigliarvi, da or inanzi avrò del savio nel tacere. A' padroni bisogna dire che i suoi vizi e mancamenti sieno virtú, se vuoi sperare utile; ché facendo il contrario, è molto pericoloso.

Ma bisogna dirle al conte queste belle cose, a lui che ciò che vuole, vuole. Guai se gli manco, mi strozzerebbe colle sue mani, ne son certo. «E non si sente nulla ancora, corpo di tutti i demonii. E guardava un'altra volta l'orologio. Dodici e un quartoSbuffando di collera si affaccia allo sportello.