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In quella che[II.15] stavano discorrendo insieme, Cenerentola sentì battere le undici e tre quarti; e fatta subito una gran riverenza a tutta la societ

Vani i tentativi di moderare quella gran fiamma, inascoltati i consigli, inefficaci i conforti. «Vincerai! Amore a nullo amato amar perdona!...» gli aveva detto, nel vederlo disperato, smarrito, perduto; ma sorrisi amari avevano accolto le assicurazioni. «Fingi d'allontanarti!

Un altro aveva un gran gozzo paonazzo e rugoso che ad ogni passo ondeggiava come una giogaia. Un altro aveva un braccio ritorto come una grossa radice.

Fulmina in arme il cavalier sublime, E, sparso il volto di disdegno interno, Prego non ode, i guerreggianti opprime, E fa de' fuggitivi aspro governo. Gran selce par, giù da l'alpestri cime, Da l'onde spinta e da l'orribil verno, Che scote d'Apennin l'ombrose spalle, E da lontan fa ribombar la valle.

A Venezia quasi tutti i preti ordinati da evangelo e da messa da' prelati siedono nella chiesa con degli assistenti a fianco e con un gran bacile dinanzi.

La tavola fu apparecchiata dai nostri soldati. Un servo della casa vi piantò nel mezzo tre grosse torcie di cera vergine di vario colore. Le stoviglie erano del gran vizir: non due piatti uguali; grandi e piccoli, bianchi e dipinti, finissimi e di qualit

Mosse tuttavia re Roberto a difender Genova quando ella fu assalita da Matteo Visconti e da' ghibellini, lombardi e fuorusciti di lei . Veniva un nuovo principe francese, Filippo di Valois, a capo de' guelfi lombardi, ma Matteo Visconti lo sforzò a partire ; veniva Cardona, un venturiero aragonese, e il Visconti vinceva lui , e tutti i guelfi, e tutti i nemici di sua casa, che lasciò definitamente fondata quando morí . Fu detto il «gran Matteo»; ma siffatti epiteti son sempre relativi al secolo in che si dánno; e in questo non furono veri grandi se non i padri di nostra lingua, od anzi solo Dante; in politica e guerra di terra, non ne fu uno certamente; tutt'al piú alcuni ammiragli che vedremo.

E va e va e va; salta salta salta; e l'aria sibilava rotta dal gran galoppare. Sbuffavano cavallo e cavaliere, e sparpagliavansi intorno sabbia e scintille. Deh, come fuggivano a destra, come a sinistra fuggivano, e montagne e piante e siepi! Come fuggivano a sinistra, a destra, e ville e cittá e borghi! E tu hai paura, o mia cara? Vedi bel chiaro di luna! Arri arri arri!

Stringeva nel pugno l’asta dello stendardo; lo stendardo della capitana, quello che portava il gran crocifisso in campo bianco; mentre gli altri comandanti, Martino Alonzo Pinzon, della Pinta, e Vincenzo Yanez, della Nina, discesi anch’essi nei loro palischermi, impugnavano gli stendardi delle loro navi; di bianco, alla gran croce di verde, accostata dalle iniziali del re Ferdinando e della regina Isabella, sormontate dalla corona reale.

72 Ecco, volgendo il sol verso la sera, udiron gridi e strepiti e percosse, che facean segno di battaglia fiera che, quanto era il rumor, vicina fosse. Zerbino, per veder la cosa ch'era, verso il rumore in gran fretta si mosse: non fu Gabrina lenta a seguitarlo. Di quel ch'avvenne, all'altro canto io parlo.