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«Ma...» rispose Rocco; e cominciò la storia di quella notte, che se non era Don Marco poteva costare a Tecla assai più lacrime che essa non aveva versate. Giuliano ascoltava camminando a capo chino, ora tocco nel vivo del cuore dalla piet

¹²⁵ Socrate, lo storico ecclesiastico, parlando dell’epurazione fatta da Giuliano coll’espellere dalla reggia le turbe di cuochi, di barbieri, di eunuchi, di parassiti d’ogni genere, nota come pochi lodassero tali atti del giovane imperatore, mentre i più li biasimavano, perchè col diminuire la magnificenza della reggia, diminuiva insieme il prestigio dell’impero, ed aggiunge un’acuta osservazione; un imperatore, egli dice, può fare il filosofo, però con temperanza e misura, ma il filosofo che vuole far l’imperatore, passa il segno e cade negli spropositi.

Ma Giuliano non era uomo da vivere contento e tranquillo in una così grande fortuna. Egli sognava ardue imprese e gloria. Erano, come gi

²¹⁴ Iulian., 207, 5 sg. Il discorso intorno alla Madre degli dei è interessante perchè ci mostra il processo di interpretazione mitica che Giuliano, discepolo dei neoplatonici, applicava alle leggende antiche, onde razionalizzarle e renderle accettabili alla metafisica idealista e spiritualista che dominava nel pensiero del tempo.

La sua coscienza di pensatore e di filosofo doveva protestare contro la transazione. Ma, talvolta, nella vita, le contraddizioni s’impongono e diventa impossibile il sottrarvisi; in quel momento supremo della vita di Giuliano, l’imperatore ed il filosofo venivano ad urtarsi, e la forza delle cose voleva che l’imperatore facesse tacere il filosofo.

Giuliano a trovar scuse, a darle contezza di , de' propri studi, di D..., di tutto quello che la marchesa menzionava; e intanto i discorsi dei crocchi si facevano più caldi, più confusi, più alti, sul fatto seguito quel giorno nella fortezza, e sulla morte meritata dal cavaliere di Sant'Amore, e da Mesmer; i quali comandando l'uno la fortezza di Saorgio nell'Alpi marittime, l'altro quella di Mirabocco dalla banda di Savoia, le avevano date in mano ai Francesi.

²⁶⁰ Iulian., 512. Ma ora ritorniamo alle pastorali di Giuliano.

Sul finir della scena, Giuliano presenta stesso, ultimo degli imperatori, e si fa dire da Mercurio: «

Giuliano presenta anche un altro argomento a sostegno della sua propaganda di carit

Giuliano passa poi a dimostrare come i Cristiani, affermando che la legge ebraica fosse perfettibile, si pongano nella più aperta contraddizione con ciò che ha scritto Mosè, così che è del tutto insostenibile la loro pretesa di vedere nella religione d’Israele l’origine e la base del Cristianesimo. Ma c’è di più.